“Comprò voti, ma non c'e' la prova che sapesse che coloro che dovevano procurargli i consensi erano mafiosi”. Così i giudici di Palermo hanno motivato la sentenza di condanna a 2 anni e sei mesi, dell’eurodeputato del Pid Antonello Antinoro , per corruzione elettorale e non per voto di scambio politico-mafioso, come ipotizzato dal pm. Antinoro, per le regionali del 2008, secondo l’accusa avrebbe pagato cinquanta euro a voto a esponenti mafiosi, per un totale di 60 voti nel quartiere Resuttana. Tremila euro in tutto. Difeso dall’avvocato Massimo Motisi, il politico si era sempre difeso dalle accuse. A coinvolgere l’eurodeputato erano state le dichiarazioni di tre pentiti, Andrea Bonaccorso, Mauel Pasta e Michele Vista.
Nelle motivazioni si legge inoltre che "Il dubbio di un possibile legame col boss Salvo Genova (reggente del mandamento di Resuttana, ndr) getta una pesante ombra sulla personalità di Antinoro, screditandone l'immagine pubblica con un sospetto di disponibilità verso certi ambienti mafiosi, che va ben oltre il disvalore della condotta di corruzione elettorale accertata".