C'è un modo diverso di allearsi: non farsi la guerra. E al Partito democratico converrebbe stilare un patto di non belligeranza, in vista delle elezioni politiche, con la Rivoluzione civile di Antonio Ingroia anzi, stando alle parole di Leoluca Orlando, la richiesta sarebbe già partita: "Dario Franceschini mi ha contattato questa mattina a nome del Pd e mi ha proposto un accordo di desistenza - afferma in una nota il sindaco di Palermo, questa volta in qualità di rappresentante di Rete 2018, a fianco della candidatura dell'ex pm - cioè mi ha chiesto di non presentare le nostre liste in regioni chiave quali la Sicilia, la Campania e la Lombardia".
Dalle parti dei democratici, però, negano ogni compromesso col cartello formato da Ingroia, De Magistris e Orlando. È Enrico Letta a dire a chiare lettere che "nessun negoziato in corso'' con Rivoluzione civile, e che non c'è "nessuna ambiguità" di rapporto tra questi e il Pd; per Letta tale vicinanza è da escludere a prescindere, perchè "da parte del Pd non sono mai venuti attacchi scomposti alla Corte costituzionale o al Quirinale, che invece hanno caratterizzato l'azione del pm di Palermo".
Sul risultato elettorale di quello che si auto-definisce il Quarto polo, Orlando è comunque ottimista: "La lista 'Rivoluzione civile è in continua crescita di consensi perchè rappresenta l'unica credibile alternativa al berlusconismo e montismo. Nonostante la maggior parte dei media ci stia censurando, perchè diamo fastidio a molti, possiamo assicurare che ci saranno delle grosse sorprese alle prossime elezioni".
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