Condanna definitiva a due anni e 18 giorni di reclusione (pena patteggiata in seguito a giudizio immediato) per Alfio Samuele Zingali, la mente della banda che nei primi mesi dello scorso anno aveva messo a ferro e a fuoco il territorio madonita ripulendo decine di appartamenti e ville.
All'alba dello scorso 17 luglio, nel corso dell'operazione denominata "Moonlight" (Chiaro di Luna), gli agenti del Commissariato di Cefalù guidato a Manfredi Borsellino, arrestarono nove soggetti, tra cui due donne, un indiziato di mafia di Randazzo ed un paio di ragazzi incensurati, componenti di una banda che col tempo aveva pure messo da parte un piccolo arsenale e che individuava le vittime non solo tra i clienti di un'estetista (compagna i Zingali ed arrestata nel corso della stessa operazione, ndr), ma anche tra parenti e conoscenti.
Alfio Samuele Zingali, trentunenne originario di Catania trasferitosi da poco a Castelbuono, era titolare di un noto negozio di autoricambi per auto e moto della cittadina madonita, la "Sel Autoricambi", che utilizzava in realtà come base operativa dei "colpi" che venivano pianificati dalla banda, anche con scadenza giornaliera.
Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali cui era stato sottoposto, Zingali si vantava di forzare le abitazioni con precisione chirurgica e in alcuni casi risultava avere ordinato una serie di danneggiamenti ad auto e moto sperando che le vittime si sarebbero poi rivolte al suo esercizio commerciale per acquistare i pezzi di ricambio.
Oltre ad agire con il proprio clan Zingali aveva pure una rete di fornitori di gioielli, sottopagati e rivenduti a ricettatori di Petralia Sottana.
Zingali dunque costituiva il punto di riferimento per la bada che oramai, grazie anche alla disponibilità di diverse armi, puntavano al salto di qualità, a colpi forse più "seri" dei furti in casa.