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Operazione ATROPOS/2. Arrestato Renzo Lo Nigro, nuovo reggente della Noce

Gli arrestati sono  Renzo Lo Nigro, nato a Palermo, classe '72 , per fatti di mafia/416 bis, Girolamo Albanese, nato a Palermo, classe '79, già in carcere per estorsione, oggi raggiunto da misura per mafia ), Mario Di Cristina nato a Palermo, classe '75 per fatti di droga (73 T.U.), Vincenzo Cosenza , nato a Palermo , classe '71; Alessandro Longo, nato a Firenze classe '83; Giorgio Stassi nato a Palermo, classe '55.

Una capillare attività di intercettazione sia di comunicazioni telefoniche che di conversazioni ambientali, ha consentito di delineare la partecipazione ed il ruolo assunto da alcuni soggetti in seno alla fazione mafiosa che furono solamente sfiorati dalla prima indagine, denominata "ATROPOS" . che lo scorso 23 ottobre ha portato all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare a carico di 41 soggetti appartenenti al mandamento mafioso della Noce.

La Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di sette soggetti organici o contigui al mandamento mafioso, ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerosi episodi di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti nell'interesse dell' organizzazione criminale.

Le indagini hanno appurato l'esistenza di un sodalizio finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti ed i relativi episodi di spaccio all'ingrosso di sostanze stupefacenti.

Renzo Lo Nigro, in particolare dopo gli arresti aveva assunto di fatto una posizione di vertice in seno alla famiglia della Noce anche in considerazione del processo di riorganizzazione della consorteria criminale imperante nel territorio di competenza, con la costante collaborazione di Mario Di Cristina.

Tutti devono rispondere dell'accusa di far parte dell'associazione mafiosa "Cosa Nostra" ; di aver effettuato molteplici incontri e riunioni finalizzate alla trattazione di affari illeciti con altri importanti esponenti dell'organizzazione mafiosa; di essersi messi a totale disposizione dell'organizzazione impegnandosi, tra l'altro, per il sostentamento dei familiari dei detenuti e del provento delle estorsioni.

Quella che vedete nella fotografia è ad esempio, l'attività estorsiva svolta il 15 aprile da Giuseppe sammaritano, Santino Chiovaro e Renzo Lo Nigro per conto della famiglia mafiosa della Noce. Già dal mattino, in piazza Noce, era possibile osservare una riunione tra gli estorsori che poi si concretizza nel pomeriggio in vere e proprie spedizione per la richiesta del pizzo. A bordo dei loro mezzi, partivano da via Ruggerone da Palermo per poi sottoporre a richiesta estorsiva molteplici commercianti ed imprenditori del quartiere della Noce. L'esito delle conversazioni ambientali, registrate all'interno della Fiat Punto, ha permesso di appurare come i tre, descrivevano le attività estorsive della famiglia mafiosa della Noce che stavano conducendo ai danni di esercizi commerciali ubicati nel territorio controllato dalla omonima famiglia: i proventi delle estorsioni erano destinati anche al sostegno economico di due esponenti di rilievo della famiglia mafiosa della Noce.

Il ruolo assunto da Lo Nigro trova precise conferme nel corso di una conversazione ambientale intercettata tra Antonino Bonura e Salvatore Seidita (entrambi tratti in arresti nella giornata del 23 ottobre 2012). Nel corso della conversazione i due soggetti evidenziano la situazione criminale venutasi a creare dopo l'arresto di Vincenzo Tumminia, già capo della famiglia mafiosa di "Altarello di Baida". Il vuoto di potere aveva indotto Fabio Chiovaro ad investire del potere Renzo Lo Nigro il quale, all'interno della consorteria mafiosa, si occupava in prima persona delle richieste estorsive ai danni di diversi commercianti della zona. Lo Nigro, stando ad un'altra intercettazione in cui conversa con Chiovaro, era deputato a gestire il denaro di provenienza illecita della cassa della famiglia mafiosa della Noce, un ruolo che gli attribuisce l'incarico di corrispondere l'adeguata assistenza economica ai familiari dei loro affiliati detenuti e dunque un ruola di assoluta rilevanza.

Nell'ambito della stessa operazione sono stati arrestati per traffico di sostanze stupefacenti Vincenzo Cosenza , Alessandro Longo e Giorgio Stassi tutti accusati di aver trasportato, commerciato,ceduto sostanze stupefacenti (cocaina e hashish) in favore dei fratelli Tognetti e di Giuseppe Bonura.

Nel corso dell'attività d'indagine espletata a carico dei fratelli Tommaso e Felisiano Tognetti, referenti della famiglia mafiosa di Malaspina, è stato infatti documentato un articolato traffico di sostanze stupefacenti con soggetti inseriti nel tessuto criminale del territorio di Gela.

La cocaina trattata dal gruppo dei Tognetti veniva venduta sul mercato a circa 55/60 euro il grammo. Nel corso dell'attività investigativa è emerso che la qualità della droga era pessima e dunque molto difficile da smerciare. Questo aveva spinto i criminali ad abbassarne drasticamente il prezzo di vendita come si evince dalle numerose intercettazioni telefoniche o di mescolare tra loro le diverse partite di stupefacenti in loro possesso al fine di incrementarne il principio attivo di quella peggiore. Tra le piazze in cui tentata vano di smerciare droga c'era anche quella di Palermo.

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