La Corte d'assise d'appello di Palermo ha respinto la richiesta di acquisizione dei verbali delle dichiarazioni di Giovani Brusca dello scorso 6 giugno davanti al Gup di Caltanissetta e di Tullio Cannella del 20 gennaio 2011 innanzi la Corte di assise di Firenze.
La richiesta era stata avanzata dai legali del boss Giuseppe Graviano accusato dell'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo e condannato per questo all'ergastolo. Secondo i due avvocati Giuseppina Potenzano e Giuseppe Giacobbe, potrebbero scagionare il mafioso di Brancaccio e in particolare la deposizione di Brusca smentirebbe le dichiarazioni di alcuni pentiti che hanno indicato Graviano, come presente in Sicilia nel luglio del 1993 per pianificare il sequestro del bambino (poi strangolato e sciolto nell'acido). Il rapimento avrebbe dovuto spingere il padre Santino, collaboratore di giustizia, a ritrattare.
Ma la Corte d'assise d'appello ha rigettato l'istanza considerando le prove costituite dai verbali non incisive e non determinanti per la dimostrazione di un'ipotesi ricostruttiva dei fatti.
Per protesta contro questa decisione, i due legali hanno rinunciato al mandato difensivo. I giudici hanno nominato un legale d'ufficio, l'avvocato Francesco La Loggia. L'udienza e' stata rinviata al 18 marzo.
Per l'omicidio del piccolo Di Matteo, oltre a Graviano ci sono altri 4 boss mafiosi condannati all'ergastolo: il super latitante Matteo Messina Denaro, Francesco Giuliano, Salvatore Benigno e Luigi Giacalone. Gaspare Spatuzza è stato condannato a 12 anni, a seguito del riconoscimento dell'attenuante generica della collaborazione.
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