I primi due processi erano stati archiviati con un sostanziale nulla di fatto, ma l'insistenza del Procuratore aggiunto di Palermo Ignazio De Francisci e quella del pubblico ministero Lia Sava hanno portato ad una riapertura del caso Bosio, il chirurgo vascolare ucciso dalla mafia nel 1981 davanti il portone del suo studio, di fronte agli occhi impietriti della moglie.
L'unico imputato del processo e' il vecchio boss Antonino Madonia, soprannominato 'u dutturi' e considerato il mandante dell'omicidio Bosio, stando alle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia. Francesco Di Carlo aveva ricostruito davanti ai giudici della Corte d'assise, presieduti da Alfredo Montalto, l'episodio che avrebbe portato Bosio alla morte:
"So che il professore Bosio si era accanito a operare un certo Pietro o Pino Fascella. Uscì una voce in Cosa nostra che il medico aveva curato questo Fascella, un mafioso della famiglia di Santa Maria di Gesu, ferito in un conflitto a fuoco dai poliziotti a Villagrazia. Venne colpito a un piede e gli fu amputato. Secondo i mafiosi non c'era bisogno di amputarglielo, il dottore lo avrebbe fatto perchè era contro Cosa nostra e quindi doveva essere eliminato".
Diagnosi, medico impiccione, sentenza la morte. Una sentenza aggravata dalla continua insistenza del medico a non essere avvicinato dalle famiglie mafiose che avevano richiesto il suo intervento in passato. La vedova e le figlie erano presenti in aula come parte civile insieme all'Ordine dei Medici.
La prossima udienza del processo sarà il 10 maggio.