La sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha imposto ai commissari liquidatori dell'ex Sicilcassa di versare all'assessorato regionale all'Economia 13 milioni di euro quale risarcimento per il furto, avvenuto 23 anni fa, di valori bollati custoditi dalla banca e oggetto di un clamoroso furto attribuito alla mafia.
I fatti risalgono al 12 maggio 1989, quando nel caveau della Cassa di risparmio per le province siciliane venne scoperta la sparizione di valori bollati per un valore di 32 miliardi di lire, di cui la Cassa era custode e incaricata, per conto dell'assessorato regionale al Bilancio, della distribuzione ai rivenditori.
Per il furto, attribuito da alcuni collaboratori di giustizia alle cosche che fecero arrivare tecnici da Roma per disattivare i sistemi di allarme, vennero processati per appropriazione indebita il capo ufficio responsabile del caveau del magazzino centrale, il metronotte in servizio di vigilanza e un commesso, nel 1992 assolti dal tribunale di Palermo per non aver commesso il fatto.