Non che si voglia per forza essere pessimisti, ma non riusciamo a non esserlo. Non dobbiamo dimenticarci che una delle forze in campo in questo braccio di ferro è l'America, e che l'oggetto del contendere è uno dei più importanti tra i sistemi di comunicazione satellitari della Nato che "garantirà il trasferimento di informazioni dalle unità di guerra operanti a terra o in mare verso lo spazio e da lì ai terminali terrestri".
Una storia, la cui fine è tutt'altro che vicina, nonostante gli annunci che si susseguono da mesi. L'ultimo a seguito dell'incontro tenuto ieri a Roma tra il presidente Crocetta, l'assessore all'Ambiente Lo Bello, l'assessore alla Sanità Borsellino, il Presidente del Consiglio Monti e i ministri Giampaolo Di Paola (alla Difesa), Renato Balduzzi (Salute), Anna Maria Cancellieri (Interno), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e i sottosegretari Tullio Fanelli e Staffan de Mistura in rappresentanza dei ministeri dell'Ambiente e degli Esteri. Pare infatti che la Sicilia abbia portato a casa lo stop definitivo ai lavori.
Ma la revoca dei lavori non c'era già stata?
Bisogna essere realisti. E la realtà ci dice che si è lasciato che il progetto Muos andasse troppo avanti.
La sua realizzazione e l'inizio dei lavori sono oggetto di discussione da anni. E alla fine hanno avuto l'avallo del Governo nazionale e di quello Regionale che ha dato il suo ok definitivo nel 2011. A meno che non si voglia far credere ai cittadini, che gli americani abbiano fatto tutto di nascosto. Un po' di sarcasmo è d'obbligo considerando che solo adesso, giunti all'ultima fase della realizzazione del Muos, Governo e Regione vorrebbero dare dimostrazione di buon senso e di attenzione verso i cittadini.
A questo aggiungiamo (e non è proprio un dettaglio), che la Nato ha scelto Niscemi come base per questo "strumento di difesa", in un intero pianeta in cui poteva istallarlo, che gli altri 3 sistemi esistenti sono in zone desertiche, a Kojarena a circa 30 km a est di Geraldton, Australia dell'ovest, nel Sud-Est della Virginia e nelle isole Hawaii. Poi, Niscemi. Già.
Qui dal '91 esiste una delle stazioni di telecomunicazione più grandi della Marina USA nel Mediterraneo, La "Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) N8″, si trova a circa 60 km dalla Naval Air Station di Sigonella, realizzata per uso ben preciso: le trasmissioni in alta e bassa frequenza dei comandi e delle forze militari operanti in area molto vasta compresa tra il Mediterraneo, l'Asia sud-occidentale, l'Oceano Indiano e l'Oceano Atlantico.
Considerando tutto questo, dunque, risulta parecchio difficile credere che con l'incontro di ieri, la realizzazione del Muos sia bloccata e soprattutto "definitivamente".
A seguito dell'incontro di ieri a Roma, si è deciso che verrà effettuato uno studio di "valutazione dell'impatto ambientale e sulla salute delle popolazioni interessate delle emissioni elettromagnetiche anche in caso di utilizzo alla massima potenzialità degli impianti, senza oneri per la Regione Siciliana". Ad occuparsene sarà un organismo tecnico indipendente non meglio specificato. Sarà l'istituto Superiore della Sanità, un organismo internazionale? Solo dopo i risultati, che dovranno arrivare in tempi brevi, si potrà provvedere all'istallazione delle parabole
Durante la riunione a Palazzo Chigi, si è deciso anche che saranno introdotti strumenti per il monitoraggio costante, anche da parte dei cittadini, delle emissioni elettromagnetiche.
In attesa degli esami di questo ancora anonimo organismo che dovrà effettuarli, vi proponiamo l'analisi dei rischi, fatta dal politecnico di Torino nel novembre del 2011. A cura del Prof. Massimo Zucchetti, Ordinario di Impianti Nucleari, cattedra di "Protezione dalle Radiazioni", Politecnico di Torino/ Research affiliate, MIT Massachusetts Institute of Technology USA e del Dott. Massimo Coraddu, Consulente esterno - Dipartimento di Energetica, Politecnico di Torino.
Questa analisi dei rischi, si legge nella relazione "si basa sui dati reperibili (anche se in forma parziale e incompleta) negli studi di impatto ambientale allegati al progetto della US Navy, nella relazione dei professori Zanforlin-Livreri dell'università degli studi di Palermo, nei vari pareri e relazioni presentati dall'agenzia ARPASicilia e in altri documenti elencati tra le fonti utilizzate". LEGGI QUI
Il Muos rientra in un piano ben più ampio. Lo potremmo definire il tassello mancane a quel sistema di comunicazione militare americano già esistente in Sicilia, che conta 41 antenne di trasmissione.
Il centro di telecomunicazione è sotto il controllo della U.S. Naval Computer and Telecommunication Station Sicily (NAVCOMTELSTA – NCTS Sicily) che ha sede a NAS II Sigonella. La NCTS Sicily assicura le comunicazioni supersegrete e non, delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) di Stati Uniti ed alleati NATO. Sul sito ufficiale della base di Sigonella si legge "Essendo parte della Navy's ForceNet Vision, NAVCOMTELSTA Sicily lega insieme sensori, piattaforme di comando e controllo, decision makers, sistemi d'arma che permettono di progredire nella Guerra Globale al Terrorismo" e ancora "Il primo satellite MUOS sarà lanciato entro il dicembre 2009 e la piena operatività orbitale avverrà nel marzo 2010. Quando il sistema sarà pienamente operativo (2014) ci sarà una coppia di sistemi satellitari che garantiranno il trasferimento di informazioni dalle unità di guerra operanti a terra o in mare verso lo spazio e da lì ai terminali terrestri. Il sistema MUOS utilizzerà anche tecnologia di tipo commerciale".
A conti fatti, i tempi pare che li stiano rispettando, eccome.
Il professore Zichici nei giorni scorsi si è lasciato andare ad una considerazione "E' bene chiarire anzitutto che il Muos non è uno strumento militare di attacco ma di difesa contro proiettili lanciati da centri terroristici". Che per quanto la si voglia far vedere forse come una buona notizia, non lo è.
*Notizie sul Muos: http://byebyeunclesam.wordpress.com/2008/10/23/niscemi-il-muos-e-legemonia-globale-statunitense/
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