Valeria Lembo aveva 34 anni. E' morta lo scorso 29 dicembre lasciando un marito e un bimbo di 7 mesi. Aveva il linfoma di Hodgkin, ma le parole dei medici del Policlinico l'avevano un po' rassicurata: "Il tasso di mortalità è di 0,4 su 100 mila donne". Il 7 dicembre, giorno della quarta seduta di chemio, le vennero somministrati 90 milligrammi di Vinblastina, un farmaco utilizzato per la terapia. I milligrammi dovevano essere 9. E lei, Valeria, se n'era accorta e lo aveva anche detto ai medici. Da lì era iniziato il suo calvario, durato 22 giorni, tra forti dolori e tanta paura, la più grande quella di lasciare il suo piccolo Flavio. Fino al 29 dicembre scorso, il giorno dopo il suo compleanno, in cui venne ricoverata d'urgenza al reparto di rianimazione dell'ospedale Cervello per un arresto cardiaco. Da lì a poco sarebbe morta.
I familiari raccontarono subito l'accaduto in Procura e a seguito della loro denuncia è scattata l'indagine coordinata dal pm Emanuele Ravaglioli che indaga per omicidio colposo. Adesso l'ispezione congiunta del Ministero della salute e l'assessorato regionale alla Sanità ha portato alla sospensione temporanea delle attività dell'Unità operativa complessa di oncologia medica del Policlinico Giaccone di Palermo.
Sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati, il primario del reparto di Oncologia, un'infermiera, un laureando e due specializzandi.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.