Dopo il recente scandalo delle speculazioni in derivati effettuate dal Monte dei Paschi di Siena, cominciano ad arrivare i vari “a mia insaputa” in perfetto Scaiola style. Il più autorevole arriva dalla banca d’Italia la quale rispondendo alle accuse di non aver saputo vigilare, ci fa sapere che viene a conoscenza dei fatti solo grazie alla nuova dirigenza della banca la quale si insediò nell’aprile del 2012. La stessa Mps comunica di avere avviato le indagini nello scorso ottobre. Straordinario! In pochi mesi sono riusciti a scoprire un intricato e complicatissimo arcano celato dalla precedente amministrazione in maniera sopraffina. Certo stiamo parlando della banca centrale nazionale e di una delle più importanti banche private italiane, quindi è ovvio che siano cosi efficienti. Peccato però che chi sa leggere l’inglese poteva apprendere nel febbraio del 2012 che : “Investors such as Aabar Investments PJSC, the Abu Dhabi- based sovereign-wealth fund, and Italy’s Fondazione Monte dei Paschi di Siena, owner of the world’s oldest bank, sought derivatives to protect the value of their holdings or to borrow against equity stakes” ovvero “Gli investitori come Aabar Investments PJSC, fondo sovrano di Abu Dhabi, e la Fondazione italiana Monte dei Paschi di Siena, titolare della più antica banca del mondo, hanno cercato derivati per proteggere il valore delle loro partecipazioni o per ottenere prestiti contro partecipazioni azionarie”. A darci la notizia erano Elisa Martinuzzi and Zijing Wu in un articolo su Bloomberg del 29 febbraio 2012. Allora chiedo scusa, forse i controllori prima citati non sono cosi efficienti; eppure si pensava che ora che non emettono più la nostra moneta sovrana, avessero molto più tempo libero.
di Filippo Albamonte
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