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Milly Giaccone torna a lavorare. Villa Sofia invia il telegramma di riammissione

 

Milly GiacconeUn sospiro di sollievo. Milly Giaccone, figlia del professore Paolo Giaccone ucciso dalla mafia l'11 agosto del 1982 può tornare a lavorare. La buona notizia è arrivata pochi minuti fa, proprio mentre eravamo all'assessorato Regionale alla Sanità. L'azienda Ospedaliera Villa Sofia ha infatti inviato un telegramma in cui comunica la riammissione in servizio dal 1 luglio, a seguito della richiesta fatta un mese fa. 

La paradossale storia di Milly Giaccone - Dopo aver prestato per 22 anni servizio presso Villa Sofia con qualifica di dirigente medico ed avere proceduto al riscatto degli anni universitari per u totale di 31 anni circa di servizio, utili a pensione, Milly Giaccone chiese, in considerazione delle sue precarie condizioni di salute e della necessità di accudire i figli minori, di essere "messa in pensione" , usufruendo del servizio figurativo che prevede lo scivolo di 10 anni a favore dei familiari delle vittime di azioni terroristiche (previsto dall'articolo 3 comma 1 della legge 206 del 2004). L'istanza venne accolta e l'inps (allora INPDAP), iniziò ad erogarle la pensione. Dopo due mesi , siamo nel 2011, però l'istituto di previdenza, comunicò a Milly che non c'erano i presupposti richiesti dalla legge per ottenere quell' "anzianità figurativa" (Paolo Giaccone oggi, secondo lo Stato, infatti non è più vittima di terrorismo mafioso, nonostante la Prefettura nell'83 lo abbia certificato, ndr) e interruppe l'erogazione della pensione, senza considerare che la figlia del professore Giaccone non riceveva più alcuna retribuzione.

La revoca fu impugnata davanti alla Corte dei Conti e il ricorso venne accolto. L'Inps fece appello e la sezione giurisdizionale della corte dei Conti per la Sicilia, dichiarò legittimo il provvedimento di revoca della pensione.
Dunque, niente pensione e niente lavoro era quello che si prospettava per Milly, che dal giorno dal giorno della revoca del "beneficio" ha dovuto arrabattarsi per mantenere lei e i suoi due figli.

Il Centro Studi Paolo Giaccone, di cui Milly è uno dei soci fondatori, il mese scorso aveva iniziato una battaglia a sostegno della causa, sottoscrivendo anche un appello e iniziando una raccolta fondi per aiutare Milly e suo figlio Toti ancora minorenne.

"Oggi, una battaglia è stata vinta e di questo ringraziamo l'assessore Lucia Borsellino e i vertici dell'azienda Opedaliera Villa Sofia – dice Luigi Furitano, socio fondatore del Centro Studi – ma la strada è ancora lunga, per ristabilire una situazione che riguarda tutti i familiari di vittime di mafia, ovvero l'equiparazione dei diritti. Inoltre non smetteremo di lottare finchè ill certificato del 1983 del Ministero che dichiarava il professore Paolo Giaccone vittima di terrorismo mafioso, non verrà ripristinato. Uno status acquisito, non può essere annullato da nuove leggi o regolamenti".

M.Ge.

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