News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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  • PALERMO (ITALPRESS) – Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede […]

  • TORINO (ITALPRESS) – “Auguri di buon lavoro al nuovo presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, il quale, ne siamo sicuri, saprà garantire e promuovere l’unità interna e l’autonomia dell’Associazione”. Questo il commento di Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di ANCI Sicilia, che proprio questa mattina, prima dell’inizio dei lavori della 41esima […]

Marsili: il gigante dimenticato brontola e fa paura

ocSono in pochi a sapere della sua esistenza, ma lui c'è, e anche se dormiente, ogni tanto brontola o "russa" e si fa sentire. Stiamo parlando del più grande vulcano d'Europa, il Marsili, un gigante sommerso più grande dell'Etna. Il Marsili si trova a poco più di 40 miglia a nord-ovest di Salina, nelle isole Eolie, ad una latitudine di 39°,23' ed una longitudine di 14°,38'.

L'ingegnere Giorgio Mangano del centro di geofisica di Gibilmanna ci ha fornito qualche spiegazione: "Parliamo del più grande vulcano d'Europa - dice l'ingegnere Mangano, esperto OBS (Ocean Bottom Seismometer) - un vulcano che ci ha visti impegnati nel 2006 in un'operazione di monitoraggio durata 9 giorni e poi nel 2010 in un'altra operazione durata 9 mesi". L'esperto di strumentazione sismometrica da fondale oceanico ha poi parlato dei costi di queste operazioni:  "Per avviare una campagna di studio e monitoraggio, il solo impiego di una nave oceanografica costa dai 10  ai 15 mila euro al giorno, anche se in alcuni casi si fruisce di pescherecci per limitare le spese. Alcune aree della Sicilia, come lo Stretto di Messina, la Valle di Noto, quella del Belice, ed in generale la zona orientale dell'isola, sono tra quelle a più alto rischio sismico dell'intera penisola, ma per la prevenzione e l'adeguamento delle strutture si fa poco.

"Nel caso del Marsili - ha concluso l'esperto - il potenziale pericolo consiste non tanto in un'ipotetica eruzione, ma nelle frane subacquee. Ogni frana infatti sposta enormi masse d'acqua, e queste potrebbero, dico potrebbero, originare degli tsunami, di cui tra l'altro abbiamo già delle tracce geologiche del passato. La relativissima distanza tra le isole e la costa vanificherebbe ogni genere di pre allarme o di impianto di rilevamento dell'onda che, ricordiamolo, viaggia ad una velocità di 800km/h". Niente allarmismi e niente catastrofismi dunque, ma è bene ricordarsi dell'esistenza di questo vulcano, magari approfittandone per migliorare qualche struttura ed imparare dal passato.

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