La discesa in campo di molti magistrati per le prossime elezioni politiche è uno dei temi più caldi di questa campagna elettorale. Tra tutte, le candidature che più hanno fatto discutere sono state indubbiamente quelle dell'ex pm della Procura di Palermo Antonio Ingroia e di Piero Grasso, colui che è stato a capo fino al mese scorso della Procura nazionale antimafia dopo avere guidato la Procura palermitana dal 1999 al 2004.
Due destini legati a doppio filo con la Sicilia, prima per i natali poi per l'impegno nelle magistratura. Ma se Grasso, una volta intrapresa la strada della politica, è stato candidato lontano dall'Isola, essendo il capolista dei democratici nel Lazio per il Senato, non così è per Ingoia, che da candidato premier di Rivoluzione Civile apre le liste del suo movimento in molti collegi, tra cui la circoscrizione siciliana occidentale, quindi anche palermitana, per la Camera.
Un'opportunità, quella per un magistrato di presentarsi al giudizio degli elettori nel luogo dove ha svolto le sue mansioni, che adesso Grasso critica in modo chiaro: "Chi sceglie questo impegno non dovrebbe candidarsi nelle circoscrizioni dove ha esercitato la sua funzione". Il riferimento alla scelta di Ingroia non è esplicito, ma certamente deducibile.
Quindi Grasso, che dopo avere lasciato l'incarico di procuratore antimafia ha anche chiesto il pensionamento, si sofferma sul futuro lavorativo delle toghe scese nell'agone politico: "I magistrati, come tutti i cittadini, hanno diritto a partecipare alla vita politica ma a condizione che sia una scelta definitiva, perchè tornare a fare il magistrato non sarebbe compatibile con l'immagine di indipendenza e imparzialità giustamente volute dalla nostra Costituzione".
E proprio quest'ultimo è il tema su cui ribatte Ingroia alle parole di Grasso: "Io mi batterò per fermare il sistema delle porte girevoli. Il problema non è tanto quello della candidatura dei magistrati quanto quello del loro rientro nei ranghi della magistratura alla fine della loro esperienza politica". "Io non tornerò certamente nel ruolo del pubblico ministero", assicura l'ex pm.
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