Fondi europei elargiti illecitamente per promuovere lo sviluppo di un terreno confiscato per mafia. Con quest'accusa la Guardia di finanza di Bagheria ha sequestrato tre terreni un imprenditore, nipote di Benedetto Spera, boss mafioso di Belmonte Mezzagno, morto nel 2007. I contributi erogati dall'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), pari a 230.000 euro, risalgono agli anni tra il 2004 e il 2009, e dovevano servire per finanziare lo sviluppo di imprese agricole.
Requisito fondamentale per l'ottenimento del contributo, è la libera disponibilità del terreno che, quindi, non può in alcun modo essere soggetto a vincoli di disponibilità, di qualsiasi natura. Invece, secondo quanto scoperto dalle Fiamma gialle, era dal 1997 che quei erano stati posti sotto confisca per reati di stampo mafioso imputati al padre dell'imnprenditore, Giuseppe Spera, fratello del capomafia Benedetto Spera, condannato per associazione mafiosa e catturato nel 2005.
Tuttavia, grazie a falsi contratti di comodato stipulati con la complicità di un altro soggetto, regolarmente registrati, il nipote di Spera era riuscito a nascondere la disponibilità dei terreni, non comparendo direttamente nella richiesta del contributo ed ottenendo, illecitamente, il finanziamento europeo.
Per questo l'imprenditore belmontese è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Termini Imerese per truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, falsità in scrittura privata, nonché del complice per il reato di falso in scrittura privata; quindi si è proceduto al sequestro di tre terreni nell'esclusiva disponibilità del responsabile della frode, al fine di garantire il concreto recupero delle somme illecitamente percepite.
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