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Mafia, estorsioni e traffico di stupefacenti. Confiscati beni per circa 1,8 mln di euro. FOTO

Cusimano - Moceri - S. Messina DenaroTre distinti provvedimenti per altrettanti soggetti, emessi dagli Uffici Misure di Prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani. 

Erano già destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere per i loro legami con la mafia, adesso la guardia di Finanza ha sequestrato un ingente patrimonio costituito da beni immobili, tra cui diversi appartamenti e terreni, tre aziende, automezzi e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro.

Il primo provvedimento è stato eseguito nei confronti di  Giovanni Cusimano, un settantaduenne di Palermo, legato da rapporti di parentela con il boss Salvatore Lo Piccolo, per conto del quale è accusato di avere gestito e riscosso il "pizzo" in danno di numerose attività commerciali, in taluni casi anche imponendo l'assunzione di soggetti "vicini" alla cosca.

Era dunque già destinatario nel 2008 di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione, quale appartenente alla famiglia mafiosa di "Tommaso Natale",
Tenuto anche conto delle forti discordanze tra i beni posseduti dal soggetto e le sue fonti di reddito ufficiali, il Tribunale di Palermo ha disposto la confisca di 4 immobili ad uso abitativo, un locale commerciale ed un lastrico, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, in quanto ritenuti frutto del reimpiego delle attività criminose e dei proventi delle estorsioni.

Il secondo provvedimento è stato eseguito nei confronti di Cosimo Moceri un cinquantacinquenne di Campobello di Mazara (TP), tratto in arresto nel luglio 2010 per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina, aggravata dall'aver costituito un gruppo criminale operativo in più Stati;
l'organizzazione, infatti, era dotata di una fitta rete di collegamenti tra l'Italia ed il Sudamerica (Colombia e Perù), di società import-export di copertura nei principali porti europei e collegata con nomi di primissimo piano della Camorra napoletana. L'Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani ha disposto nei suoi confronti la confisca di un'impresa edile e di altre due ditte specializzate nella lavorazione del marmo, di numerosi terreni situati in Campobello di Mazara e Castelvetrano, un magazzino commerciale, tre trattori, un semirimorchio e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 370.000 euro.

Altro provvedimento è stato messo dal Tribunale di Trapani nei confronti di un sessantenne di Castelvetrano, Salvatore Messina Denaro, tratto in arresto nel marzo 2010 per associazione a delinquere di stampo mafioso ed intestazione fittizia di beni, quale reggente del mandamento mafioso di Castelvetrano, in quanto parente stretto del noto latitante Matteo Messina Denaro. Allo stesso la Guardia di Finanza ha confiscato disponibilità finanziare costituite da conti correnti, depositi amministrati, investimenti in titoli e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 220.000 euro.