Erano la mano di "cosa nostra" all'interno del mandamento di Misilmeri e muovevano le pedine per aggiudicarsi vari appalti. L' operazione "Sisma" dei Carabinieri ha permesso di arrestare cinque persone ritenute ai vertici o affiliati alla cosca di Misilmeri. Francesco Lo Gerfo, 51 anni, Mariano Falletta, 54 anni, Antonino Messicati Vitale, 40 anni (latitante), Stefano Polizzi, 57 anni, e Vincenzo Ganci, 46 anni, candidato al Consiglio Comunale di Palermo nella lista civica "Amo Palermo", di area politica del P.I.D.(Popolari Italia Domani), che sostiene il candidato a Sindaco di Palermo, Marianna Caronia.
L'imputazione è quella di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, ed inoltre un avviso di garanzia è stato anche inviato al Presidente del Consiglio Comunale di Misilmeri, Giuseppe Cimò, 48 anni, il quale avrebbe agevolato l'aggiudicazione di alcuni appalti da parte dell'organizzazione criminale. La Procura di Palermo provvederà a dare comunicazione di ogni notizia utile agli uffici competenti al fine di valutare la sussistenza dei presupposti per lo scioglimento degli organi elettivi dell'amministrazione comunale di Misilmeri. Nella ricostruzione degli inquirenti si evince il condizionamento di "cosa nostra" nell'elezione del Presidente del Consiglio Comunale e di altri Consiglieri.
Una delle attività economiche più interessanti, facenti capo al mandamento di Misilmeri, è quella che riguarda la raccolta dei rifiuti ed il ciclo degli stessi attraverso il COINRES ( Consorzio della raccolta dei rifiuti in 22 Comuni dell'ATO 4), in cui sarebbero state riscontrate pesanti infiltrazioni mafiose. Vi risparmiamo la ricostruzione fedele dei Carabinieri e delle indagini coordinate dal Procuratore Aggiunto Ignazio De Francisci e dai Sostituti Lia Sava, Antonino Di Matteo, Marzia Sabella e Calogero Ferrara. Una cosa è certa, la mafia è sempre ben viva e la testimonianza ne è quest'operazione. Poniamo invece l'accento anche su un'altra questione: a pochi giorni dalle elezioni amministrative di Palermo sarebbe opportuno rimarcare la cosìddetta "questione morale" e fare attenzione a non ripete errori commessi in passato.
La candidatura di Vincenzo Ganci al Consiglio Comunale di Palermo non avrebbe dovuto passare inosservata. La superficialità, in un momento storico come questo, è un lusso che la politica non si può permettere.