Il Gip del Tribunale di Palermo Maria Pino ha respinto la richiesta di archiviazione, presentata dalla Procura nei confronti di Michele Cimino, ex assessore al Bilancio ed ex vicepresidente della Regione Siciliana per il Pdl, appena rieletto all'Ars nelle liste di Grande Sud.
La richiesta di archiviazione era stata presentata dal pm Fernando Asaro nell'aprile 2011, ma adesso il fascicolo sarà seguito da un collega dopo il trasferimento dello stesso Asaro alla Procura generale di Caltanissetta. Secondo i legali degli indagati, gli avvocati Nino Caleca e Grazia Volo, si tratta solo di un "passaggio tecnico", perchè il giudice cioè potrebbe avere necessità di un'integrazione del materiale che le è stato messo a disposizione o di ascoltare le ragioni della Dda.
Cimino era finito sotto inchiesta nel settembre 2010, qualche giorno dopo essere uscito dal governo Lombardo. L'indagine era stata denominata "Family" e aveva riguardato l'allora sindaco di un paese dell'Agrigentino, Castrofilippo, Salvatore Ippolito, arrestato per mafia assieme ad altre quattro persone. Cimino era stato indicato come deputato che aveva ottenuto voti in cambio di soldi dalle cosche, su richiesta del padre Gianni, e "a disposizione" per affari, appalti, finanziamenti. Il pm Asaro aveva concluso però che "non era certo tra l'altro che Cimino jr fosse consapevole degli impegni assunti dal padre, nè era emersa la prova che i voti fossero stati pagati".
Il mese scorso Cimino aveva chiesto e ottenuto dal Gip un rinvio dell'udienza. La settimana prossima il giudice sentirà in camera di consiglio la Procura e i legali dei tre indagati: assieme l'ex assessore, accusato di concorso in associazione mafiosa, sono sotto inchiesta suo padre, Gianni Cimino, e il segretario, Giovanni Galizia.