"Per comunicare ci affacceremo al balcone". A dirlo è Leoluca Orlando, il giorno del suo insediamento come primo cittadino al Comune di Palermo. Le difficoltà ad instituire un pool di giornalisti che curino i rapporti con i media partono da lontano, dalla vecchia amministrazione Cammarata. Nel 2008 era possibile regolarizzare il personale precario all'interno dei Comuni e quindi anche alcuni giornalisti che curavano l'ufficio stampa da anni. L'amministrazione comunale bandì allora un concorso a titoli. A Maggio del 2009 venne stilata una graduatoria provvisoria. Coloro che avevano prestato servizio per almeno tre anni, in cinque anni, all'interno dell'amministrazione comunale, avrebbero avuto diritto alla riserva. I giornalisti vincitori furono 9. La stabilizzazione ritardò ad arrivare e per sei mesi gli aventi diritto a quel lavoro accettarono dei contratti di rinnovo a titolo gratuito. Ma in piena estate del 2009, l'avvocatura generale fece sapere che ai dipendenti degli uffici stampa dei Comuni non era applicabile il contratto dei giornalisti, ma solo quello degli enti locali, categoria economica c1. La graduatoria che era stata stilata venne messa in fase di stallo e, a dicembre dello stesso anno, l'amministrazione comunale annullò il concorso, inspiegabilmente. Nel Luglio del 2010 da Palazzo delle Aquile venne emanato un bando interno in cui si ricercavano, tra i lavoratori socialmente utili, tre impiegati iscritti all'ordine dei giornalisti, per istituire un ufficio stampa. Si presentò una sola concorrente, una giornalista professionista che fino a quel momento era impiegata comunale come lsu. Nonostante l'investitura la giornalista sostiene di non essere mai stata messa nelle condizioni di svolgere il suo lavoro. I giornalisti che avevano vinto il concorso intanto fecero causa al Comune. Era il 2011. A tal proposito il consigliere del pd Ninni Terminelli fu il primo mandatario di una interrogazione che chiedeva al commissario straordinario, di riflettere sulle proporzioni del danno erariale che il Comune avrebbe dovuto sostenere in caso di una sentenza sfavorevole del giudice e se non c'erano le condizioni per sanare la procedura concorsuale. Non ebbe risposta. L'ufficio stampa scomparve definitivamente dal Palazzo del Comune, rendendolo ancora più "silente". La nuova amministrazione Orlando eredita dunque una matassa piuttosto ingarbugliata. Per sciogliere il nodo si prevedono tempi piuttosto lunghi. Il Comune di Palermo potrebbe non avere un ufficio stampa fino a quando non sarà emessa una sentenza da parte del giudice che sta curando la vertenza dei giornalisti che hanno fatto causa. Intanto, per un caso simile, il giudice della sezione del lavoro del tribunale di Catania, la dottoressa Rosaria Castorina, ha emesso una sentenza che potrebbe dare la strada alla risoluzione del caso spinoso di Palermo, condannando il Comune di Adrano, reo di aver utilizzato il contratto degli enti locali, categoria economica c1, a pagare arretrati, spese processuali e contributi a favore del giornalista Nicolò Savoca.
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