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L'omicidio di Nino e Ida Agostino: quando il ''segreto'' di Stato uccide due volte

Nino e Ida Agostino23 anni e nessuna giustizia. Nino Agostino e Ida Castellucci furono uccisi il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini, Ida era al quinto mese di gravidanza, la mafia dunque portò via anche quella piccola creatura. Era il compleanno della sorella, Flora. Due sicari in moto si avvicinarono ai due giovani (Ida aveva 19 anni) sposati da poco più di un mese e li massacrarono davanti ali occhi dei genitori.

Il padre Vincenzo, la madre Augusta e la sorella Flora, da allora non hanno mai smesso di cercare la verità e di tenere vivo il ricordo del fratello e della moglie, in giro per l'Italia, nelle scuole, parlando coi ragazzi.

Nino era un'agente della Squadra mobile. Uno dei suoi colleghi, poco dopo l'omicidio, disse agli inquirenti che lo stesso Nino gli aveva confidato di essere impegnato in" indagini delicate per la cattura di alcuni latitanti".

Si sa troppo poco di questa storia, o meglio ci sono piccoli pezzi che potrebbero essere messi insieme, ma manca il collante ancora. Ci sono idee, supposizioni, ipotesi, ci sono intercettazioni, nomi, dettagli non da poco ma non basta: nel portafogli Nino teneva un biglietto con scritto  "se mi succede qualcosa guardate il mio armadietto". Il suo armadietto fu perquisito ma di ciò che fu trovato non si seppe mai niente. Lo stesso per le perquisizioni (quante?) fatte nella sua abitazione. E poi c'è l'omicidio (nel 1990) di Emanuele Piazza, giovane agente della polizia di stato, successivamente in forza al Sisde e che lavorava alla ricerca di latitanti. Le vite di Piazza e di Agostino si incrociarono più volte e sembrerebbe che proprio grazie a loro fallì l'attentato all'Addaura. Piazza, dopo la morte del collega indagò sull'omicidio. Il 16 marzo del 1990 scomparve dalla sua abitazione. Fu attirato fuori dalla sua abitazione dal pentito Francesco Onorato, ex pugile e suo vecchio compagno di palestra, portato in uno scantinato venne strangolato e poi i suo corpo sciolto nell'acido. Lo stesso pentito Oreste Pagano ha raccontato anche di aver incontrato il mafioso canadese Alfonso Caruana "Ero al matrimonio di Nicola Rizzuto, in Canada. C'era un rappresentante dei clan palermitani, Gaetano Scotto. Alfonso Caruana mi disse che aveva ucciso un poliziotto perché aveva scoperto i collegamenti fra le cosche ed alcuni componenti della questura. Anche la moglie sapeva, per questo morì". I servizi segreti italiani hanno sempre negato che Agostino avesse svolto servizio presso il SISMI , solo la recente riapertura delle indagini avrebbe dato conferma che invece fosse così. Riapertura giustificata dal ritrovamento di nuovi documenti nell'archivio della Squadra Mobile che attesterebbero l'attività di antimafia del poliziotto tra le fila dei servizi segreti.

23 anni di attesa per i genitori di Nino Agostino. Loro oggi lo hanno ricordato, come ogni anno, come ogni giorno. Rimanendo in attesa della verità. Vincenzo con la sua barba bianca e lunga, Augusto con il suo abito nero. Quella verità su cui è calato un "segreto" di Stato che non si accenna a togliere. Un silenzio che fa rabbia e che lascia impotenti.

Giovanni Falcone il giorno del funerale di Nino disse "Io a quel ragazzo gli devo la vita". 

Lo Stato a questi due genitori deve la verità.

 

Vincenzo Agostino