La prostituta nigeriana trovata morta ieri nei pressi del Tribunale ha risvegliato la rabbia di una parte consistente della Palermo di oggi, ovvero quella della comunità nigeriana. Loveth aveva solo 22 anni e l'assenza totale di collaborazione da parte del resto della città ha portato l'attenzione su una delle mille facce di una Palermo che cambia velocemente. Una comunità numerosa che si è fatta sentire dal resto della città rovesciando cassonetti in via Filippo Juvara, nella zona della Stazione Centrale dove gran parte della comunità nigeriana vive.
Palermo cambia velocemente, così velocemente da non rendersene quasi conto. La zona della Stazione Centrale è abitata da nigeriani e cinesi, alcuni dei quali stanno pian piano diventando proprietari di piccole attività legate al settore tessile e a quello alimentare. I senegalesi presenti in città, tra le zone dei mercati storici di Ballarò sono ormai i veri abitanti del quartiere, così come i Tamil di Via Dante e gli indiani di via Maqueda, nei vicoli che una volta erano stati il piccolo ghetto ebraico a Palermo, nelle stesse strade dove venne inventato il pane ca'meusa.
La comunità libica, uscita allo scoperto l'anno scorso in occasione dei sit in contro il regime di Gheddafi, è così amalgamata da sembrare quasi autoctona, mentre i siriani ed i palestinesi fuggiaschi vivono ormai a Palermo da decenni, trasformando il quartiere storico della Noce in un suq.
La città cambia ma nessuno intende rendersene conto. Da recenti studi sul fenomeno della nuova emigrazione dei giovani, risulta come ogni giorno da Palermo circa 4 giovani abbandonano la città per non farvi più ritorno. Si tratta di laureati, dottoresse e giovani nel pieno delle loro capacità lavorative, ogni giorno la città dai mille porti perde un pezzo del suo futuro. Chi rimane? Vecchi palermitani, pochi giovani fortunati ed i nuovi palermitani, i figli ed i nipoti dei primi immigrati che arrivarono qui ed oggi arrivano a completare il loro ciclo di studi, accedono alle università e diventano imprenditori. La Palermo di domani cresce sotto i nostri occhi, rimanere ciechi potrebbe essere un lusso che non potremo concederci a lungo.