La vera sorpresa non è tanto nella richiesta di sospensione del risarcimento milionario ai parenti delle vittime della Strage di Ustica, ma il tempo impiegato a chiederlo. Già perché l'esistenza stessa di una sentenza che aveva costretto il Ministero della Difesa e quello dei Trasporti al risarcimento era e rimane una parziale ammissione di colpa. Per la prima volta, si ammetteva, aldilà di ogni ragionevole dubbio, dell'ipotesi di un incidente in cui non fosse coinvolto lo Stato Italiano.
Della ricostruzione della vicenda, passo passo, ci siamo occupati nel nostro spazio delle inchieste aperte, dedicando un'intera sezione al caso di Ustica,pescando negli atti già noti ma portando alla luce racconti mai presi del tutto in esame.
Abbiamo raccolto la testimonianza di un testimone diretto di quelle ore drammatiche, che ci ha descritto in due parti (vedi parte uno e parte due) chi era su quel teatro di guerra nelle ore precedenti l'abbattimento del DC80 dell'Itavia, dando concreti elementi investigativi già riscontrabili nelle prime ore successive all'incidente.
Non solo, ma abbiamo riportato alla luce il nome del primo testimone diretto dell'incidente e della sua ricostruzione dei fatti ed i nomi chi nel corso degli anni è stato ucciso o è rimasto "fatalmente" ucciso per essere stato a conoscenza di fatti determinanti per la ricostruzione dei fatti.
Ci siamo anche spinti oltre, cercando di spiegare appieno le cause scatenanti quel tragico errore durante un'operazione militare della NATO indagando sull'obiettivo militare scampato alla morte, ovvero sul colonnello Gheddafi, avvalendoci della testimonianza di Susan Lindauer e della sua esperienza come agente CIA in Libia e sull'intero apparato di intelligence e di supporto militare all'operazione in corso nei cieli di Ustica, tracciando una linea tutta ancora da esplorare nei rapporti tra Gladio ed i "poteri forti" in Sicilia.
Infine, abbiamo reso pubblici e interamente disponibili le 811 pagine della fase istruttoria dal 1990 al 1997, individuando un testimone chiave mai ascoltato durante il procedimento per stessa ammisione di chi ha redatto gli atti processuali.
Una prima sentenza è già arrivata. Fino al 2015 lo Stato non concederà alcun risarcimento alle vittime. In attesa della nuova udienza, anche la nostra inchiesta si arricchirà di ulteriori dettagli, per far finalmente coincidere la verità storica a quella giudiziaria, nel pieno rispetto della memoria delle vittime e delle evidenti "Ragioni di Stato" che fino ad ora non hanno permesso di chiarire l'intera vicenda.