Tutto sotto silenzio. Eppure, l'Italia è ad un passo da quello che noi abbiamo identificato come un vero baratro. Come un buco nero creato dall'economia e dall'alta finanza, che sta per inghiottire le sovranità economiche nazionali di 17 Paesi europei. Siamo già nella fase delle ratifiche presso i vari Parlamenti, quindi molto è già stato fatto, e tutto sotto traccia. La potremmo chiamare in cento modi diversi, finanziaria, holding, multinazionale, associazione, ma il prodotto non cambierebbe.
Solo l'Italia, per farne parte, pagherebbe 125 miliardi di euro, altro che riduzione del debito pubblico o manovre finanziarie. Il fine? Ignoto. Nessuno, tranne l'economista Lidia Undiemi, supportata da molte personalità internazionali esperte in materia, ha ricostruito per noi l'intero percorso. Un labirinto in cui è molto facile perdersi, ma che ha un'unica uscita. La finalità di questo costituendo pseudo organismo, sarebbe quella di fruire di capitali immensi per intervenire su mercati internazionali ed economie nazionali. In teoria, per ridurre i debiti pubblici, ma nella realtà, e con l'ausilio di capitali privati, per imporre le politiche economiche agli Stati membri, mettendoli sotto una sorta di dittatura finanziaria.
Un sistema contorto e difficilmente tracciabile, che fruirebbe dell'immunità assoluta e della segretezza sui propri atti. Ancora sfuggono i perché politici di una scelta così drastica. Ne sfuggono anche il significato e gli interessi. Ma davanti a quella che sarebbe una palese violazione di molti articoli della nostra costituzione, abbiamo il dovere di informare la gente su ciò che sta per accadere e, soprattutto, abbiamo il diritto di pretendere risposte immediate e competenti.