Ci è andato giù duro Francesco Greco. La sua relazione ha toccato temi delicati, in questo momento soprattutto, partendo dall'approvazione della riforma dell'ordinamento Forense e alle recenti modifiche introdotte nel nostro ordinamento giuridico in tema di riforma del sistema giudiziario: il Tribunale delle Imprese, la mediazione obbligatoria, l'eliminazione delle tariffe professionali. E ancora la riduzione della piante organiche dei magistrati, le condizioni di vita incivili dei detenuti nelle carceri.
"Le riforme in tema di giustizia ed economia sembrano indirizzate ai potentati economici, – dice Greco – ai comitati trilaterali, alle banche d'affario e d a tutti gli altri poteri forti. Gli stessi potentati economici e comitati d'affari che hanno puntato ai "servizi professionali" d a cui sembrava che il precedente Governo volesse compiacere prevedendo il socio investitore negli studi professionali. Ma ci si rende conto di cosa significa fare entrare negli studi dei professionisti i soci investitori? Gli investitori, gli speculatori, perché non v' è dubbio che se un socio di capitali entra a far parte di uno studio legale, lo fa solo per fini speculativi! Ciò significherebbe provocare un mutamento genetico delle professioni, far perdere l'autonomia della professione, trasformare i professionisti in operatori finanziari che vedono il cliente solo come un'occasione di guadagno. E non può essere così per gli avvocati, i medici e per gli altri professionisti. Per noi la professione non è un business, è un ministero, il ministero forense".
E' stata definite una "contraddizione in termini" la mediazione obbligatoria: "Obbligare le parti a mettersi d'accordo a pena di sanzioni pecuniarie per la parte che aveva l'ardire di volersi rivolgere a tutti i costi al Giudice perché voleva che fosse il giudice a decidere dei suoi diritti e non un "dilettante2 trasformatosi in "mediatore professionista".
Duri i riferimenti anche all'aumento del contributo unificato: "Una tassa che lo Stato ha introdotto per l'accesso alla giustizia – continua Greco – che oggi ha finito per assumere la veste di strumento di penalizzazione dei cittadini che si rivolgono allo Stato e di selezione per l'accesso alla giustizia in base al censo. E' civile che lo Stato organizzi sistemi per impedire ai cittadini di accedere alla Giustizia? E' ammissibile che in materia amministrativa, l'ultima legge di stabilità abbia portato il contributo unificato, in materia di appalti a 6 mila euro per le cause superiori ad 1 milione? E che altri 6 mila euro si devono pagare se occorre fare motivi aggiunti? O che sia pure prevista la sanzione pecuniaria in caso di rigetto del ricorso? ".
I sei Ordini forensi del distretto della Corte d'Appello di Palermo, (Palermo, Agrigento, Marsala, Sciacca, Termini Imerese e Trapani) hanno deliberato di denunciare la situazione dello stato italiano. Intraprenderemo tutte le strade possibili.
"Andremo alla corte europea dei diritti dell'Uomo, proporremo una class action contro lo stato italiano per i costi insopportabili del contributo unificato, ci rivolgeremo alla Commissione europea ed al garante della concorrenza e del mercato per far rilevare la situazione di vantaggio concorrenziale delle grandi imprese rispetto alle piccole imprese che hanno difficoltà a versare il contributo unificato per impugnare i provvedimenti amministrativi in materia di appalto e quindi vengono a trovarsi in posizione di subalternità concorrenziale".
Poi punta il dito contro il Ministro della Giustizia e "l'ulteriore, incredibile, incomprensibile scellerata riforma che sta cercando di portare a completamento" che prevede la riduzione delle piante organiche dei magistrati di tribunale. Nel nostro Distretto ha programmato la riduzione di 28 magistrati di Tribunale e e di 15 delle procure "quindi se nella pianta organica dei 6 tribunali del nostro distretto mancavano ad esempio 28 magistrati, da adesso non ne mancheranno più e il Ministero potrà dire che gli organici sono completi. E magari poi sostenere che i ritardi della giustizia sono imputabili agli avvocati che sono tanti a fronte di dei magistrati che sono pochi!.
I veri criteri che hanno dettato questa riforma – continua – non possono essere quelli prettamente statistici che risultano dalla relazione del capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia, il quale – considerato in risultati – farebbe meglio a dismettere i panni del burocrate e ricominciare a calcare le aule giudiziarie. Non si possono ridurre gli organici facendo finta di non sapere che la legge sulla filiazione di recentissima approvazione, comporta un aumento delle competenze dei tribunali ordinari, che vengono sottratte ai tribunali dei minori. Quali magistrati si occuperanno d quest problemi che riguardano soggetti "deboli", i minori?
Ma com'è possibile sottrarre 13 magistrati al Tribunale di Palermo dove già non si riesce più a smaltire l'arretrato? Chi ha disposto questo progetti di riduzione, ha idea di ciò che succede all'Ufficio del Giudice tutelare, assediato quotidianamente da cittadini che chiedono provvedimenti? Ha idea delle condizioni in cui si trovano i magistrati ad operare?".
Greco ha ricordato che ad Agrigento è prevista la riduzione di 5 Magistrati: "Ogni anno sbarcano 50 mila clandestini, che vanno tutti iscritti nel registro degli indagati, parte dei quelli, non riuscendosi ad integrare, finisce nelle maglie della criminalità".
La relazione del presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Palermo poi ha toccato il tema delle carceri. "Abbiamo visitato qualche settimane fa, l'Ucciardone di Palermo – e non possiamo che denunciare sdegnatamente la situazione non più aggettivabile delle carceri italiane, dove il 50 per cento dei detenuti è costituito da soggetti in attesa di giudizio e quindi, secondo il principio di non colpevolezza, non ancora rei.
Greco propone a tal proposito di destinare alla detenzione per i reati minori o per i soggetti in attesa di giudizio, le caserme dismesse oppure i patrimoni sequestrati. "Invece i detenuti sono lasciati in condizioni incivili – dice – 11 uomini in pochi metri quadrati di spazi, meno di un mq a testa, con un solo servizio pubblico. E pensare che dal 1 gennaio 2013 è entrata in vigore la direttiva comunitaria 120 del 2008 che in materia di protezione dei suini obbliga gli allevatori a destinare ai verri uno spazio di 6 mq per ciascun animale".
Infine una buona notizia. Presso gli Ordini di Palermo, Agrigento, Termini Imerese, Trapani, Marsala e Sciacca, saranno aperti "sportelli per il cittadino", per tutti quanti ne avranno bisogno, "Gli avviocati – conclude il presidente Greco – metteranno la loro competenza, il loro impegno e la loro abnegazione a disposizione di tutti i cittadini".
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