C'era una volta era un monolite in Sicilia. Era il Pdl, prima Forza Italia. Ma le cose sono cambiate: quella roccia unica si è spezzettata. Il totem berlusconiano non esiste più nella sua vecchia forma, adesso ha a fianco due simboli che lo completano, attirando però a loro più di una forza dal centro del centrodestra isolano.
Da una parte il partito del Cavaliere ha ritrovato l'energia di Gianfranco Miccichè per dare vita ad una nuova forza meridionalista, dall'altra conta sulla presenza di Fratelli d'Italia, costola pidiellina originata da alcuni "scontenti" come Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Maurizio Crosetto. L'unione fa la forza? Divide et impera? Forse, ma c'è da tenere in conto il pericolo erosione del fenomeno berlusconiano, con importanti spostamenti verso le nuove ali di coloro che in Sicilia hanno garantito vasti bacini di voti.
Di oggi è l'impegno in prima persona dell'ex colonnello della fu Alleanza nazionale, a garanzia del ruolo di Fratelli d'Italia. A Catania La Russa ha ricordato come assieme ai suoi nuovi sodali siano pur "autonomi e liberi", stando "in coalizione con tutto il centrodestra'', per un obiettivo dichiarato del "7 per cento".
Sull'altro versante, inizia a prendere forma il contenitore di Grande Sud, che nelle intenzioni si configura come una Lega del Mezzogiorno; nelle liste miccicheiane potrebbe trovare posto Marcello Dell'Utri, la qual cosa a detta di Silvio Berlusconi - che non più di qualche giorno fa aveva escluso una candidatura col Pdl dell'amico - "sarebbe un arricchimento".