Quello degli astensionisti è un partito di cui studiare base e composizione. Per le regionali siciliane si è recato alle urne meno della metà degli aventi diritto per un dato che non può rimanere sotto traccia. Così all'indomani delle votazioni l'istituto di ricerca "Carlo Cattaneo" ha passato ai raggi x i numeri usciti dall'ufficio elettorale della Regione domenica notte – che davano il 47,7 per cento dei votanti -, rilevando che l'astensionismo a questo giro ha penalizzato tutte le forze politiche isolane. Tutte meno una: il Movimento cinque stelle.
Nella loro analisi, i ricercatori bolognesi guidati da Piergiorgio Corbetta, hanno preso in esame i voti validi usciti dalle urne per confrontarli con quelli delle regionali siciliane del 2008. Il raffronto è impietoso anche per i partiti che un vecchio adagio vorrebbe siano i meno colpiti dall'astensionismo per la connotazione maggiormente ideologica del loro elettorato, quelli del centrosinistra. Il Pd ad esempio in questi quattro anni ha quasi dimezzato i suoi consensi, passando da 505mila voti del 2008 a 257mila. Dall'altra parte il collasso di affluenze ai seggi è costato al Pdl quasi tre quarti del proprio elettorato passando da 900mila voti, a circa 247mila. Pure al centro si registrano danni, con l'Udc che perde 129mila voti. I solo grillini ne escono bene, tanto che i 46mila voti presi degli Amici di Beppe Grillo nel 2008 sono diventati i 285mila del M5S, prendendo voti soprattutto dal bacino del centrosinistra.