Le imprese edili dell'Ance Sicilia, come deciso dell'assemblea straordinaria lo scorso 5 ottobre, dal prossimo mese fermeranno i cantieri di opere pubbliche e porranno il personale in cassa integrazione.
In una nota che sarà inviata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai nove prefetti dell'Isola, nel ribadire la richiesta di commissariamento della Regione Siciliana per l'utilizzo dei 10 miliardi di fondi europei destinati all'Isola nel 2007 e da utilizzare entro un anno, i costruttori sollecitano la dichiarazione dello stato di crisi del comparto. La richiesta dovrebbe essere poi trasmessa all'Ue per l'attivazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) che prevede agevolazioni per settori che dichiarano esuberi per almeno 500 addetti.
Lo ha deciso il Comitato di presidenza dell'Ance Sicilia, riunitosi a Palermo sotto la presidenza di Salvo Ferlito, dopo avere appreso che nella ripartizione dei 600 milioni di euro sbloccati dal Patto di stabilità, la giunta regionale ha assegnato all'assessorato Infrastrutture appena 45 milioni per pagamenti fino a febbraio prossimo, di cui 19 milioni al Trasporto pubblico locale e 26 alle Infrastrutture.
Secondo l'Ance il debito complessivo dell'assessorato, certificato da gennaio ad oggi, è di 671 milioni, di cui 262 per il trasporto locale e 409 per infrastrutture realizzate. La spesa autorizzata per pagare questi debiti, con i 45 milioni appena assegnati, sale dai 333 milioni di agosto a 378 milioni, poco più del 50% del dovuto, mentre nel 2011 l'assessorato aveva onorato quasi il 100% degli impegni.
"Di fronte al dimezzamento della spesa pubblica per lavori già eseguiti -si legge in una nota- l'Ance Sicilia, oltre a dichiarare lo stato di crisi e l'impossibilità a proseguire le attività, sollecita le stazioni appaltanti e l'assessorato a certificare gli ulteriori crediti maturati fino ad oggi".