Cari politici, vi prego risparmiateci.Il problema suscitato dalla possibile incriminazione di Raffaele Lombardo per concorso esterno e voto di scambio, esiste ed è reale, ma se per una volta vogliamo provare ad essere seri, il vero problema non ha nulla a che vedere con l'associazione mafiosa. Questo è un apice che non dovrebbe neanche essere annoverato tra le possibilità di “errore” attribuibili a chi decide di avviare un percorso in politica. Già decide di avviare, perché va ricordato che come si dice in gergo, scendere in politica, non è una prescrizione medica a cui non si può disattendere... Fare politica è una scelta di servizio e di ego e chi decide di farlo lo fa liberamente, nella consapevolezza che non esiste neanche l'alibi che vorrebbe tutti i cittadini uguali davanti al giudizio della legge e della società. Chi decide di incarnare una carica pubblica elettiva esce fuori dalla sfera della normalità, non è più un normale cittadino, non gli è consentito porre una separazione invalicabile tra vita pubblica e privata, la vita è una e si è lo stesso uomo sia in privato che in pubblico. La verità è che nel nostro sistema sociale non si ci scandalizza più, o meglio ormai si è innalzata pericolosamente la soglia di indignazione, a tal punto che ormai si giudica da mafioso in su... C'era bisogno di un'eventuale incriminazione così grave affinché le forze politiche si accorgessero che in Sicilia da quasi quattro anni esiste un “problema Lombardo”. Perché il giudizio sul governatore arriva solo ora? Come mai nessuno si è accorto dei miliardi di euro non spesi dai fondi comunitari 2007-2013, perché nessuno parla delle decine di Enti Regionali attualmente commissariati e del balletto dei Direttori Generali degli assessorati che nel loro continuo altalenare paralizzano la funzione pubblica, della fabbrica di consulenti esterni chiamati in servizio nella regione con il più alto numero di dipendenti d'Italia, dell'immobilismo nella crescita infrastrutturale dell'isola che ancora oggi viaggia senza neanche il doppio binario ferroviario, di un governo che nella sua breve vita ha già cambiato quattro maggioranze parlamentari, dell'assenza di una politica coordinata sul sistema portuale e della cantieristica navale, considerando che siamo un isola nel “famoso” centro del Mediterraneo, senza trascurare il tasto della trasparenza amministrativa e dell'evidenza pubblica, della totale assenza di una politica energetica di nuova generazione ormai centrale per qualunque sistema economico capace di proiettarsi in quello che nella maggior parte dei paesi europei è già futuro e da noi si chiama ancora passato remoto, perché nessuno si indigna per la gestione della formazione professionale, in cui i soliti Enti Accreditati la fanno da padrone da più di un ventennio, perchè nessuno parla della gestione dei rifiuti, e perché nessuno storce il naso per la “parentopoli” negli uffici di gabinetto e di sottogoverno che imperversa come un epidemia all'interno della regione, ecc. ecc. ecc. Cari politici indignati e carissimi cittadini, ma c'era d'avvero bisogno della magistratura per indignarsi... se è possibile questa volta, risparmiate ai siciliani onesti e seri l'ennesimo “falò delle vostre vanità moralistiche”.