La sanzione accessoria della chiusura per cinque giorni a carico dei commercianti che sono stati multati per occupazione di suolo pubblico non ha mai convinto. Non solo, "a pelle" risulta un'ingiustizia bella e buona. Fu un'idea del commissario straordinario Luisa Latella che nel 2011 emanò una direttiva che imponeva l'applicazione di una pena ulteriore oltre a quella principale costituita dalla multa. Direttiva, lo diciamo a margine, che potrebbe essere revocata o rimodulata. Chi ha fatto studi di diritto, ma sarebbe sufficiente il comune intelletto, sa bene che una delle prime cose che insegnano a Giurisprudenza, in materia penale o di sanzioni amministrative, è la proporzione tra il tipo di abuso e la "punizione" e, dal punto di vista soggettivo, valutare se la violazione è stata commessa per la prima volta o si tratta di una recidiva. Bene, nulla di tutto ciò nella sanzione accessoria della chiusura per cinque giorni che stiamo esaminando. Occupare porzioni importanti del suolo pubblico o mettere solo una pianta è la stessa identica cosa. Sbagliare una volta o essere un abbonato dell'occupazione del suolo di tutti, non importa, ti becchi comunque la chiusura per cinque giorni. E no, così non funziona. Qui si sta giocando col fuoco perché sono in ballo interessi economici, legittimi, rilevanti. La chiusura forzata di un esercizio per tanti giorni consecutivi incide sul fatturato e sui livelli occupazionali elementi, vista la gravissima crisi in cui ci ritroviamo, da non sottovalutare per nulla. Intanto, a titolo d'informazione, è arrivata la pronuncia di un giudice a favore della sospensione dell'efficacia dell'ordinanza comunale che aveva disposto la chiusura di un negozio di generi alimentari per avere collocato sul marciapiede qualche vaso. Pronuncia che dovrebbe bloccare, per cautela, l'irrogazione da lunedì 17 marzo della stessa pena per un altro centinaio di esercizi commerciali. Il punto è che il ricorso al giudice dovrebbe essere sempre l'ultima spiaggia. Buon senso vuole che sia l'Amministrazione comunale a mettere un po' di ordine ripristinando la legalità, quella giusta però. Pare che stia provvedendo direttamente e con urgenza il sindaco Orlando, fatto anche questo già di per sé anomalo. Per chiudere, ci auguriamo che ci si sbrighi ad approvare il regolamento sui dehors, le strutture leggere che sostituiranno i gazebo dichiarati "fuori legge", per consentire ai commercianti di lavorare meglio e con maggiori profitti, premessa indispensabile per offrire posti di lavoro. Non si può solo reprimere, e male per giunta.
Pippo Russo