Probbabilmente tutti si sarebbero aspettati che Angelino Alfano, segretario nazionale del Popolo delle Libertà, a Palermo in queste ore, avesse tirato fuori il nome del candidato a Sindaco del suo partito. Così non è stato. Dalle sue dichiarazioni appare subito chiaro, che la strategia è molto più ampia, quasi a prescindere dalla questione Paalermo. Alfano sembra disposto a " tutto" pur di essere l'artefice dei nuovi assetti del centro destra in Sicilia. Primo, recuperare Gianfranco Miccichè, anche a costo di rinunciare alle primarie, una rinuncia un pò scontata visto che le primarie del PdL a Palermo avevano sapore di farsa fin dall'inizio; secondo, allargare le alleanze, magari pensando oltre che al Grande Sud, anche all'UdC; terzo, isolare Lombardo, il che è facile se venisse a mancare l'appoggio dell'UdC e di Micicchè; quarto congelare la candidatura di Massimo Costa, ad oggi candidato essenzialmente dallo stesso Lombardo e FLI, ma neanche troppo. Il ragionamento delle possibilità non fa una piega, del resto Alfano è uno che sa, che c'è un momento, in cui la politica si fa con la somma algebrica dei numeri e non con le ideologie qualunquiste. PdL più UdC più Miccichè gli permetterebbero di giocarsi la partita sulla poltrona di Sindaco a Palermo. E del resto se dovesse avere ragione sarebbe legittimato, a tal punto, da poter dire che gli elettori hanno premiato la continuità e il buon governo di Cammarata... del resto siamo abituati a sentire dire di tutto. Ma forse in tutto il ragionamento manca una cosa... il nome del Candidato. Oltre a Cascio sempre in panchina, ma con i muscoli ben caldi, qualcuno mormora che abbia iniziato a riscaldarsi anche Simona Vicari, l'unica che potrebbe dare filo da torcere a Rita Borsellino qualora quest'ultima vincesse le primarie del centro-sinistra.