Le celebrazioni per il bicentenario della Costituzione siciliana danno l'occasione di tirare il bilancio sulla storia del sistema industriale siciliano. Attuale è quindi lo studio di Giovanni Iuzzolino, capo del Nucleo di ricerca economica della sede di Napoli della Banca d'Italia, nel quale si evidenzia come "la Sicilia abbia perso l'occasione di continuare a sviluppare le positive trasformazioni del sistema economico e sociale cominciate con i moti costituzionali del 1812. La Sicilia, dunque, per superare la crisi deve ripartire da zero: prendere spunto dai cambiamenti dell'800 per puntare su nuove forme di esperienze industriali".
"Nel quarto di secolo 1951-1975 il Sud e la Sicilia avevano recuperato molto del divario socio-economico con il resto d'Italia – si legge nella relazione che sarà presentata domani alle 10 nella sala gialla di Palazzo Reale, nel corso del convegno "Il 1812 e la modernizzazione del sistema economico e sociale" - Ma nel periodo 1975-2011 si è troppo spesso preferito usare le risorse pubbliche non per rimuovere le cause del ritardo di sviluppo, ma per attenuarne gli effetti attraverso varie forme di ammortizzatori sociali".