Rimane un mistero la scomparsa di Denise Pipitone, la bimba sparita nel nulla l'1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo (TP).
Oggi i giudici hanno assolto Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise per parte di padre, accusata di concorso nel sequestro della bimba.
All'ex fidanzato di Jessica, Gaspare Ghaleb, imputato solo di false dichiarazioni a pm, i giudici hanno inflitto due anni di reclusione. La procura aveva chiesto per lui 5 anni e 4 mesi. Per Jessica Pulizzi, invece, la richiesta dei pm era stata 15 anni di carcere, il massimo della pena previsto per questo tipo di reato.
L'assoluzione è stata pronunciata dal Tribunale, presieduto da Riccardo Alcamo, in base al secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale, cioè perchè "manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile".
Jessica Pulizzi, che oggi ha 26 anni e ne aveva 17 quando la sorellastra Denise scomparve, non era in aula al momento della lettura del verdetto. C'era invece Piera Maggio, madre di Denise, che si era costituita parte civile assieme a Piero Pulizzi, padre di Jessica e Denise, nata da una relazione extraconiugale.
Il processo si era aperto il 16 marzo 2010 dopo una lunga e complessa attività d'indagine in cui negli anni si sono susseguiti undici Pm, da Luigi Boccia e Maria Angioni agli attuali Sabrina Carmazzi e Francesca Rago.
Il quadro tracciato dall'accusa in tre anni e mezzo di dibattimento è quello di un Jessica "come una moglie gelosa", senza alibi e con un movente chiaro: l'astio nei confronti di Piera Maggio per la sua relazione con il padre, Pietro Pulizzi, da cui è nata Denise. Dall'altro, la difesa ha continuato a sostenere l'innocenza di Jessica a carico della quale non ci sarebbero "prove" ma solo "congetture ed elementi indiziari".
"Non credo più nella giustizia. Oggi Denise è stata sequestrata di nuovo", dice Piera Maggio. Per la donna il verdetto di assoluzione è arrivato nonostante "secondo i pm gli indizi contro di lei fossero univoci e convergenti"
Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, annuncia l'intenzione di ricorrere in appello perché "Per il collegio c'è stato un ragionevole dubbio, ossia la prova non ha raggiunto il cento per cento di fondatezza e quindi i giudici hanno ritenuto di non poter condannare Jessica".
"E' una sentenza giusta - commenta dall'altra parte l'avvocato Fabrizio Torre, uno dei difensori di Jessica Pulizzi - che interviene all'esito di una lunghissima attività dibattimentale dove sono stati fatti tutti gli approfondimenti necessari".
"Dirò a Jessica - aggiunge l'altro difensore, Gioacchino Sbacchi - di viversi la sua vita serena e continuare a lavorare e pensare alla sua bambina. E anche alla signora Corona, perchè no. L'assoluzione è assoluzione tanto che non può essere neppure impugnabile".