L'emergenza rifiuti a Palermo non sembra essere vicina ad una conclusione, anzi, sembra che il vertice di giovedì possa non bastare. Ma se i dipendenti non accettano l'accordo che taglia del 50% gli stipendi in vista di una ristrutturazione, cosa rimane al Commissario Latella per frenare il dissesto dell'AMIA? Le nuove tasse in arrivo non basterebbero e si spera in un aiuto dalla Regione Sicilia, alle prese, con altri tagli.
Un taglio che potrebbe riguardare anche il settore di smaltimento rifiuti? La domanda rimane ancora senza risposta, ma la situazione, a Palermo e dintorni, si è fatta pesante. Monreale è riuscita a raggiungere un accordo, ma la situazione delle 6 vecchie agenzie confluite nell'ATO 1 per la gestione dei rifiuti nella provincia di Palermo sono disastrose. Basandosi sui dati del 2009, possiamo calcolare, solo per la provincia di Palermo, un debito complessivo di circa 43 milioni di euro.
Una situazione che si va a sommare ai 55 milioni di patrimonio netto negativo segnalati dall'AMIA, la quale era stata salvata nel 2010 con l'iniezione di ben 97 milioni di euro, una cifra che oltre a ripianare il precedente buco, ha permesso di tenere in piedi l'azienda. Già nel 2009 il precedente presidente dell'AMIA, Marcello Caruso, segnalava la mancanza di altri 33 milioni di euro per poter portare la società in pareggio di bilancio ed avviare lo sblocco di risorse tramite una gestione più ocualta ed alcuni tagli.
Il problema quindi, conti alla mano, è stato semplicemente rimandato nel corso degli anni. Nel giro di soli 3 anni, i debiti rimanenti sono quasi raddoppiati portandoci sull'orlo di una nuova crisi di raccolta rifiuti. Se la Regione Sicilia riuscirà a trovare il modo per sbloccare almeno 20 milioni di euro, il problema AMIA potrebbe finalmente essere risolto.
Un ulteriore rinvio della questione sembra molto difficile, vista l'attuale crisi economica ed il piano di rientro finanziario in discussione sia a Palermo che all'ARS, dove si sta cercando di far rientrare la Sicilia all'interno dell'obiettivo del 40% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti raccolti. Raccolta che secondo gli stessi dati forniti da Palazzo d'Orleans, rimane ferma al 15% .