La Pubblica amministrazione che non paga, i debiti che si accumulano, i cantieri costretti a uno stop forzato. E' lo scenario descritto stamani dal presidente dell'Ance Sicilia, Salvo Ferlito, che ha riunito l'assemblea straordinaria delle imprese edili siciliane.
"I cantieri – spiega Ferlito – si avvieranno a uno stop fisiologico. Se le imprese non vengono pagate, se i fondi si esauriscono, come fanno ad andare avanti? Tra gli stop già avvenuti quello della statale 640 Agrigento-Caltanissetta, con mille unità lavorative ferme. Dietro le imprese, ci sono le famiglie. Il danno non è solo nostro, ma di tutta l'economia regionale".
L'Ance Sicilia lamenta crediti nei confronti della pubblica amministrazione pari a 1,5 miliardi e lo stanziamento di risorse troppo esigue al comparto Infrastrutture da parte della Regione.
"Nelle ultime ore – spiega Ferlito – ci è stato comunicato in modo informale da Palazzo d'Orleans che verrano resi disponibili, nell'immediato, 65 milioni di euro al posto dei 26 inizialmente stabiliti. E' una buona notizia, che deve però essere ancora confermata ufficialmente e che non basta a risollevare le sorti del settore. I debiti restano comunque alti e abbiamo bisogno di risposte".
Per questo l'assemblea straordinaria dell'Ance resta "convocata in modo permanente - annuncia Ferlito – e chiederemo al nuovo governo un incontro in tempi stretti. Pensiamo poi di chiedere la dichiarazione dello stato di crisi del settore edile" anche sulla base dei criteri per l'accesso al fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) che sostiene i comparti industriali colpiti da eccezionali congiunture negative.
L'Ance Sicilia metterà poi a disposizione due legali, uno a Palermo e uno a Catania, per assistere le imprese sia nei contenziosi che potranno sorgere, sia in eventuali ulteriori azioni di pressione sulle stazioni appaltanti morose.
Resta invece "congelata" la class action per il recupero dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni e per il risarcimento danni 475 aziende già fallite e 76 mila addetti licenziati in Sicilia) annunciata nei giorni scorsi dal presidente nazionale Paolo Buzzetti.
"La protesta – sottolinea Ferlito – deve essere accompagnata dal confronto. Ci auguriamo che il nuovo governo sia formato da persone competenti per settore e che si possa avviare una proficua collaborazione. Dobbiamo sapere, per iniziare, a quanto ammontano esattamente i debiti della Regione e quale piano di rientro sarà attuato".
Dialogo sì, ma anche azione. Buzzetti, in collegamento telefonico con l'assemblea, sottolinea infatti che "Se non dovesse attuarsi con la nuova normativa nazionale l'opportunità per gli imprenditori edili di ottenere i pagamenti delle commesse entro 30 giorni, partirà una richiesta di procedura di infrazione da parte nostra presso l'Unione europea. Attendiamo di sapere dal governo nazionale se la norma europea sarà recepita nel nostro ordinamento, altrimenti ricorreremo ad un'azione immediata".