Straordinaria manifestazione quella organizzata dal giornale Il Fatto Quotidiano, a Palermo al Teatro Golden, dal titolo "A che punto sono la mafia e l'antimafia". Almeno duemila persone in sala non si sono mosse dalle poltrone per quasi tre ore. Padrone di casa Antonio Padellaro, direttore del Fatto, insieme a lui sul palco Barbara Spinelli, Roberto Scarpinato e Marco Travaglio. Giù, in platea, molti magistrati tra cui Nino Di Matteo, accolto al suo ingresso da un'ovazione, Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene. L'incontro è stato voluto, lo spiega subito Padellaro, per squarciare l'impressionante silenzio, al di là di generiche attestazioni di solidarietà, che ha coperto e copre le numerose minacce di morte, vere e proprie sentenze di condanna nominative, nei confronti di magistrati delle Procure di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Agrigento. Ultimo l'allarme per il procuratore aggiunto Teresa Principato che coordina il pool impegnato nella ricerca e cattura del super latitante Matteo Messina Denaro. Un confidente, ritenuto attendibile, ha rivelato che Messina Denaro, evidentemente consapevole che il cerchio attorno a lui si sta stringendo, soprattutto dopo i recenti arresti di affiliati, fiancheggiatori e complici, cerca tritolo per un attentato ai danni della Principato. Solo qualche settimana fa le rabbiose minacce di Totò Riina rivolte al pm Nino Di Matteo, occupato con i suoi colleghi nella delicata indagine sulla trattativa Stato-mafia. Da questo punto di vista l'incontro di ieri sera ha centrato l'obiettivo. Difficile fare una sintesi, ma certamente tutti gli interventi, di Scarpinato, della Spinelli e di Travaglio, hanno condotto verso la consapevolezza, oltre ogni ragionevole dubbio, dell'esistenza di una trattativa, di un sistema criminale, da sempre operante nella storia della nostra Repubblica, che vede pezzi di Stato, mafia e massoneria stretti in un patto scellerato che potrebbe colpire ancora. Purtroppo, è accaduto in passato, alla vigilia delle stragi e degli attentati, quelli compiuti e quelli programmati e poi non realizzati, del 1992 e del 1993, non tutti prendono nella dovuta considerazione la pericolosità di quanto sta accadendo e lo Stato, in particolare, non adotta con urgenza tutti quei provvedimenti necessari per elevare al massimo i sistemi di sicurezza. Ma al di là di ciò, inquieta di più l'indifferenza mostrata fino ad ora dalle istituzioni come se, in qualche maniera, si voglia che le cose seguano il loro corso senza fare nulla di veramente serio per impedire fatti criminosi gravi e per perseguire la ricerca della verità sul recente passato, il periodo delle stragi, e sul presente. Ci sono molti fatti che confermano che una trattativa tra Stato e mafia avvenne; ci sono troppi segnali che indicano una possibile trattativa ancora in corso. In tale contesto, esemplare lo scenario disegnato in proposito da Roberto Scarpinato, occorre collocare le esternazioni di Riina, incredibilmente giunte all'esterno del carcere di Opera in cui è rinchiuso in regime di 41/bis, e gli innumerevoli ormai atti d'intimidazione nei confronti di diversi magistrati che lavorano su indagini di mafia e sui rapporti tra mafia, pezzi dello Stato, massoneria deviata. C'è, addirittura, chi pretende di distinguere offrendo credibilità al rischio attentato per Teresa Principato e spruzzando scetticismo in quantità sui rischi che corrono i magistrati che indagano sulla trattativa, partendo dal presupposto che una trattativa non può esserci stata. Mi auguro che siano in buona fede e che siano giunti a siffatta conclusione per non avere approfondito e legato insieme gli elementi, anche processuali, disponibili e ben illustrati da Scarpinato. Resta da tenere alta la guardia attraverso similari iniziative di denuncia o di altre, magari simboliche ma fondamentali, come la Scorta Civica ai magistrati, ideata da numerose associazioni, da tempo in prima linea sul fronte dell'antimafia concreta, che prevede il coinvolgimento di cittadini e organizzazioni, che avrà inizio lunedì 20 gennaio dinanzi al Palazzo di Giustizia di Palermo alle ore 9.
Pippo Russo