La reazione alla chiusura di Megaupload è stata immediata, già a poche ore dalla chiusura del sito gli hackers di tutto il mondo si sono scatenati buttando giù il sito del Ministero della Giustizia americana, il sito dell'FBI e una decina di altri siti governativi. Al momento è segnalata un'azione in corso nei confronti del sito ufficiale della Casa Bianca.
Ma se i pirati sono scatenati, la controffensiva non si è fatta attendere. Dopo aver tentato di rimettere online Megaupload e Megavideo su un altro indirizzo, l'indirizzo megavideo.bz è stato cancellato, mentre non si esclude entro pochi giorni una serie di indagini a tappeto volte ad identificare gli hackers che stanno agendo da tutto il mondo. In Rete gli utenti, che producevano giornalmente un traffico di 50 milioni di viiste giornaliere per l'upload ed il download di files e cartelle, solidarizzano con le azioni dei pirati informatici ma gran parte dell'iniziativa legale rimane nelle mani delle autorità statunitensi.
La situazione rimane ovviamente in continuo mutamento, le società del SOPA (sigla delle aziende che hanno spinto la proposta di legge per inchiodare le compagnie internet alla responsabilità penale per la pubblicazione di links che violano il copyright) sono state segnalate e raggruppate da Anonymous in questo sito. La guerra online per il ritorno di Megaupload continua