Quando chiude un teatro chiude un pezzo di civiltà. Palermo sembra stia per perdere un altro pezzo del proprio patrimonio culturale il teatro Bellini. Il teatro di fatto sta per chiudere, l'altro ente teatrale il Biondo che ne ha la gestione ha già dato disdetta del contratto d'affitto che in realtà sarebbe dovuto scadere nel 2017. Però visto che nessun spettacolo è previsto per l'anno in corso e gravissimi sono i danni della struttura, tra infiltrazioni d'acqua che, fanno piovere sul palcoscenico e sulla platea e l'umidità che ormai è dovunque, non resta che far calare il sipario. Oltre a ciò non poteva mancare anche la controversia con la proprietà dell'immobile, a cui viene pagato un affitto di 120 mila euro all'anno per iniziare lo scarica barile tra manutenzione ordinaria e straordinaria e, ovviamente, far passare tempo e far deteriorare sempre di più la struttura. Certo c'è da chiedersi come mai in una città come Palermo, la quinta città più grande d'Italia, si arrivi a chiudere un teatro e non ad aprirne di nuovi. È davvero possibile che non ci siano altre strade, compagnie, associazioni, attori e artisti che non alzino la loro voce che non mettano davanti i responsabili davanti le proprie responsabilità. Un piccolo, ma affascinante teatro come il Bellini, come mai non riesce a mettere insieme un cartellone, che dia spazio all'arte e che gli possa consentire di sopravvivere? Questa città doveva essere la capitale della cultura, ma ogni giorno che passa sembra si stia scavando una fossa sempre più grande. E se parliamo di cultura, la fossa è quella più profonda dell'anima.