Rischia di chiudere i battenti l'Istituto dei ciechi Florio e Salamone di Palermo. La struttura, frequentata da circa una settantina di allievi, infatti, a causa dei tagli ai trasferimenti non è nelle condizioni di poter garantire le attività svolte in favore dei non vedenti e degli ipovedenti, alcuni dei quali pluriminorati.
La scure che si è abbattuta sui fondi destinati all'Istituto ha fatto sì che le risorse, 2 milioni nel 2011, siano diventate 1,85 milioni nel 2012 (che hanno consentito di coprire il fabbisogno minimo dell'Istituto), mentre per il 2013 sono certi 990 mila euro. A questi si potrebbero aggiungere altri 637 mila euro derivanti da eventuali risparmi della Regione, sui quali già da diversi mesi, però, è in corso una verifica e, soprattutto, sui quali non c'è alcuna certezza.
A settembre l'Istituto rischia di non poter più avviare le attività. Per questa ragione lunedi' alle 10, il Cda dell'Istituto, presieduto da Gaetano Palmigiano, il personale, gli utenti della struttura con i familiari al seguito si sono dati appuntamento a piazza Indipendenza, a Palermo, per un sit-in di protesta.
Il Cda, in seguito a numerose richieste di incontro con l'amministrazione regionale, tutte senza esito, ha scritto una lettera mettendo anche in evidenza, provocatoriamente, che l'Ente "potrebbe anche approvare immediatamente una variazione al bilancio di previsione riducendo del 50% le spese di gestione: sarebbe sufficiente eliminare il servizio di pulizia, il servizio mensa, il servizio di trasporto e ridurre (licenziando o mettendolo part-time) la spesa del personale".