Arresti domiciliari lampo per Ettore ed Enrico Crisafulli, di 68 e 33 anni, padre e figlio, di Palermo, coinvolti nell'indagine che ha portato due giorni fa all'arresto del sindaco "antimafia"di Calatafimi (Tp) Nicolò Ferrara, accusato di Corruzione turbativa d'asta. L'accusa per loro era di intesazione fittizia di beni. La loro posizione è stata chiarita nell'arco di 24 ore.
Il Gip di Trapani, Lucia Fontana, nel tardo pomeriggio di ieri, a seguito degli interrogatori di garanzia resi dai Crisafulli, ha disposto la revoca integrale della misura cautelare già eseguita.
Dopo nemmeno 24 ore quindi i due imprenditori palermitani, sono ritornati liberi.
Il Giudice ha osservato che le dichiarazioni degli indagati hanno "incrinato la gravità indiziaria in ordine alla finalità della condotta compiuta".
La tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Marcello Madonia, ha convinto il Gip. Il legale ha introdotto una ipotesi di fatto alternativa rispetto a quella ritenuta all'atto dell'adozione della misura cautelare, con una conseguente variazione del piano indiziario valutato a seguito dell'interrogatorio di garanzia
A sostegno della tesi è stato messo in evidenza il contributo dato, da Ettore Crisafulli (ed in misura inferiore anche dal figlio) in molte indagini, come quelle per il processo Ulbrick (che svelò il metodo "Siino" o del tavolino, ndr), ma anche nell'operazione "PONENTE" svolta dalla Questura di Messina (che di recente si è conclusa con la conferma delle condanna agli esponenti della mafia barcellonese ed il riconoscimento del diritto al risarcimento dei danni), o la testimonianza resa nel processo che si sta celebrando presso l'aula bunker di Agrigento contro la cosiddetta "NUOVA CUPOLA".
Inoltre la sentenza del TAR Catania (la 2519/10) ha definitivamente riconosciuto che Ettore Crisafulli non è "soggetto sensibile alle infiltrazioni mafiose".
"Una realtà ben diversa - dice l'avvocato Madonia - da quella che nelle poche ore dall'esecuzione alla revoca della misura cautelare, alcuni media hanno reso ed attribuito ai Crisafulli, favorendo un'aggressione mediatica, culminata con la diffusione anche di notizie totalmente errate, per rimediare alla quali i miei assistiti hanno già dato incarico all'avvovcato. Pietro Ortolani che procederà con le conseguenti richieste di smentite e risarcimento danni".
Gli altri indagati sono, Fabio e Paolo Ienna, di 36 e 26 anni, Diletta Ciminna, 34 anni, Giovanni Caruso, 31 anni, Giuseppe Vanella, 35 anni, Vincenzo e Salvatore Guida, di 31 e 63 anni, Giovanni Amico, 61 anni e Pietro Lo Porto, 48 anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA