E' questo quello che si sono sentite rispondere ieri dal Cardinale Romeo le 16 famiglie di senza tetto che a seguito dello sgombero dal palazzo di via calvi, avvenuto la scorsa settimana, adesso occupano il palazzo di proprietà della Curia.
"A seguito dell'incontro di ieri - dice Tony Pellicane che da anni si batte in città per i diritti dei senza tetto – l'Arcivescovo ha detto che la curia non ha nessuna proprietà e non può accettare la nostra proposta di utilizzare gli immobili della chiesa che sono liberi e disponibili, perché se lo fa con queste famiglie ora, lo dovrà fare con qualunque altra famiglia si presenti. In merito al palazzo che al momento è occupato, Romeo ha poi detto che le famiglie devono andare via perché c'e' un contenzioso tra la Curia e la società ex affittuaria del palazzo e che rischiano di creare problemi aggiungendo di non costringerlo a farli sgomberare".
"Alla faccia della carità cristiana – aggiunge Pellicane - e pensare che proprio papa Francesco ha esortato la Chiesa ad aprire le porte dei loro edifici ai poveri."
"Siamo indignati" – dice Nino Rocca del comitato lotta per la casa 12 luglio – Un proprietario di un palazzo, giorni or sono, fa sgomberare 16 famiglie con figli annessi , 16 giovani coppie, da un immobile chiuso da 28 anni. Nonostante gli abusivi avessero dato al proprietario la propria disponibilità a pagare un affitto, dopo averlo reso abitabile in sei mesi di occupazione, il proprietario, in modo irremovibile, li ha cacciati via chiamando le forze dell'ordine.
Ma la nostra indignazione è ancora maggiore quando pensiamo che la Chiesa palermitana, proprietaria di centinaia d'immobili nel centro storico (molti dei quali chiusi), sbarra le porte per evitare che qualche famiglia in cerca di un alloggio per i loro figli possa occuparne qualcuno, magari recuperandolo dall'incuria e dal fatale destino del degrado. Cosa direbbe Papa Francesco alla Curia di Palermo? Aprite le porte degli immobili che tenete chiusi perché essi appartengono agli ultimi, ai poveri, ai senza casa!! È l'appello che fece il vescovo di Molfetta, Tonino Bello, ai suoi parroci con una lettera pastorale, quando disse loro di aprire le sacrestie ai senza casa prima di celebrare solennemente il Natale nelle loro chiese".
Poi l'appello all'amministrazione "Cominci la nuova giunta di Orlando a dare il buon esempio utilizzando il grande patrimonio dei beni confiscati, molti dei quali avrebbero bisogno di essere recuperati. L'auto-recupero d'immobili abbandonati – aggiunge Rocca - da parte delle famiglie senza casa è già un dato di fatto. Esso sarebbe un volano per ridare speranza a centinaia di famiglie che vivono ai margini di una società che sta di giorno in giorno precipitando nell'abisso della miseria e della povertà senza ritorno. Centinaia sono gli immobili confiscati alla mafia, un fiume di denaro a loro sottratto, piccole e grandi imprese sono state tolte ai mafiosi insieme ad auto di lusso, yacht e ogni genere di ricchezza, e poi... Molti immobili incappano in una burocrazia farraginosa che congela l'immobile sino a farlo deteriorare e renderlo inservibile, eppure questi beni strappati alla mafia sono costati il sangue di tante vittime della mafia e potrebbero diventare l'ancora di salvezza di tanti poveri costretti alla miseria da una politica e da un'economia ostaggi delle organizzazioni criminali. Valorizziamo il grande patrimonio destinato ai poveri che la Chiesa ha ricevuto affinché venga dato in aiuto a chi non ha nulla, - conclude - valorizziamo il grande patrimonio della mafia attivando le migliori risorse popolari dell'auto-recupero che già esiste, apriamo le porte alle giovani coppie e alle giovani famiglie perché a loro è affidato il futuro e il destino di questa città".
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