Palermo. Nuova intimidazione al sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda, e alla sua famiglia.
Una lettera minatoria è stata recapitata all'ufficio del Comune di Petralia Sottana (Palermo), in cui lavora la moglie del dirigente sindacale.
La missiva conteneva minacce di morte e le foto di Liarda e della sua famiglia con sopra delle croci.
Si tratta del 24esimo atto intimidatorio rivolto al sindacalista, che arriva a distanza di qualche settimana dalle ultime minacce
Liarda è da tempo impegnato in prima linea nella battaglia per il riuso sociale del feudo di Verbumcaudo a Polizzi Generosa, bene confiscato al boss mafioso Michele Greco.
"Le nuove minacce a Vincenzo Liarda e alla sua famiglia sono un fatto inquietante e per certi versi incredibile - dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia -. Su queste e sulle altre deve essere fatta luce, per mettere fine a una catena di intimidazioni che va avanti a ritmo sostenuto ormai da troppo tempo e che esige una lettura chiara con l'individuazione dei responsabili" .
Solidarietà a Liarda arriva anche da Maurizio Calà, segretario della Cgil di Palermo, secondo il quale "lo stillicidio insopportabile di queste continue minacce confermano ciò che sapevamo e, cioè, che in quel territorio la mafia continua ad agire per avere il controllo totale delle attività pubbliche e private. Per questa ragione pensiamo sia importante che, da un lato, gli inquirenti procedano l'egregio lavoro che stanno facendo e che, dall'altra, anche le forze sociali assieme ai sindaci di quei comuni procedano con un'azione di sviluppo della legalità". Secondo il leader sindacale occorre soprattutto costituire "subito, come chiediamo da anni, il consorzio sviluppo e legalità delle Madonie da parte dei sindaci. Sappiamo che il prefetto Cannizzo sta dando un'accelerazione a questo processo e che domani ci sarà un'altra riunione in Prefettura. Crediamo che questo ennesimo atto intimidatorio debba servire ad accelerare il processo di costituzione del consorzio" conclude.