Non si è dimesso. In compenso, il risultato dell'incontro di oggi durato un'ora e mezzo, tra il governatore della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e il presidente del Consiglio Mario Monti è "Un piano di rientro finanziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale vincolante negli obbiettivi e nei tempi, e costantemente monitorato dalle strutture tecniche del governo nazionale, alla cui realizzazione saranno subordinati i trasferimenti nazionali nel quadro realizzativo del federalismo fiscale".
Il tutto è scritto in una nota di palazzo Chigi emessa al termine dell'incontro, secondo cui comunque il programma "dovrà essere finalizzato nelle prossime settimane per essere formalmente sottoscritto dal governo regionale e da quello nazionale".
L'altra notizia è che lo Stato oggi avrebbe sbloccato 240 milioni per la Sanità. Il condizionale è d'obbligo, visto che non è la prima volta che vengono fatti grandi annunci di fondi statali destinati alla Sicilia, dati per "sbloccati", e invece si scopre che per un qualche cavillo non ci sono ancora.
Lombardo alla fine dell'incontro ha dichiarato "E' stata una grande balla quella del default. La Regione Siciliana ha conti solidi e finanza sostenibile". "La Sicilia – ha precisato Lombardo - ha un debito che ha onorato il 30 giugno pagando la sua rata, che incide per il 7% del suo Pil, paga gli stipendi. Ha delle criticità tali per cui le agenzie di rating, comunque, ci classificano come il Veneto e un po' meglio del Piemonte».
Lombardo ha confermato le sue dimissioni previste per l'ultimo del mese e promette "che non avverranno in questi mesi spese folli".
Secondo la Corte dei Conti, è bene ricordarlo, la Regione Siciliana ha un indebitamento a 5,3 miliardi a fine 2011.