La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha condannato (sentenza 447/2012), l'ex direttore generale dell'Ausl 6 di Palermo, Giancarlo Manenti e l'ex coordinatore sanitario del distretto di Bagheria Salvatore Iannì, a restituire rispettivamente 8 milioni e 731 mila euro e 10 milioni e 610 mila euro. I due amministratori sanitari sono coinvolti nell'inchiesta sulla clinica Villa santa Teresa di Michele Aiello, l'ex imprenditore della sanità, condannato per mafia a Bagheria e considerato prestanome del boss Bernardo Provenzano. Durante la gestione Cuffaro, la Regione ha pagato alla clinica tariffe dieci volte superiori rispetto a quelle vigenti nelle altre regioni italiane, per le prestazioni di cure antitumorali. Proprio su questa vicenda si fondano le accuse contro l'ex governatore siciliano Cuffaro, che attualmente sta scontando 7 anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio
Per Manenti e Iannì, è stata disposta la conversione in pignoramento del sequestro di beni (appartamenti e terreni) autorizzato sin dal 2010, in sede penale i due amministratori sanitari sono stati condannati anche, in via definitiva, per truffa, abuso d'ufficio e al risarcimento in solido, di 10 milioni di euro, all'Ausl 6 che si era costituita parte civile.
Assolti l'altro ex direttore generale dell'Asl 6, Guido Catalano, e l'ex responsabile del dipartimento Cure primarie, Salvatore Scaduto.