Solo ieri i dati diffusi da Confcommercio Palermo sulle imprese, sempre di più, che chiudono i battenti. Oggi a lanciare l'allarme è il 38esimo Report Sicilia, realizzato da Di.S.Te Consulting per Fondazione Curella.
Secondo i dati forniti - si tratta di un'analisi previsionale sull'economia siciliana relativamente al secondo semestre 2012 e alle previsioni 2013 – in un anno in Sicilia sono andati in fumo oltre 30mila posti di lavoro e il tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 18,4%, quatto punti in più del 2011, vero record negativo degli ultimi nove anni.
"In Sicilia il numero di occupati - dice Pietro Busetta, presidente della Fondazione Curella - è sceso intorno a un milione e quattrocento mila unità (-2,2% rispetto all'anno precedente). è come se a chiudere fossero 25 Fiat di Termini Imerese. Siamo davanti ad un vero e proprio dramma occupazionale, che investe soprattutto i giovani, il 50% dei quali è disoccupato".
Le cause? "Manca nell'Isola - spiega Busetta - un'industria manifatturiera e le potenzialità del turismo non sono ancora sfruttate. Siamo davanti ad una realtà a sviluppo limitato".
L'emorragia occupazionale ha riguardato soprattutto il settore delle costruzioni con una riduzione del 10,8%. "Nell'industria in senso stretto - si legge nel Report - la smobilitazione di occupati in atto da anni si è analogamente irrobustita, denunciando una caduta del 6,3% sul terzo trimestre del 2011".
Non meglio nel settore agricolo dove si è capovolto il trend positivo con la rimozione del 2 per cento degli addetti e nel ramo dei servizi, dove si registra una flessione media dello 0,9 per cento.
Ottimista l'assessore regionale all'Economia della Sicilia, Luca Bianchi, che ha partecipato alla presentazione del Report.
"In Sicilia – secondo Bianchi - abbiamo cominciato a costruire un modello che tiene insieme rigore con politiche di sviluppo ed è concentrato su interventi che valorizzino le potenzialità già presenti nel territorio. Possiamo riuscire già nel 2013 a uscire dalla recessione e stare almeno in una fase di stagnazione. Noi prevediamo già nel 2014, se utilizziamo bene le risorse a nostra disposizione, di crescere e recuperare un po' di forza di lavoro persa".
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