Palermo. Occupazione a picco in Sicilia, dove nel primo semestre dell'anno il mercato del lavoro ha continuato a risentire degli effetti del quadro congiunturale negativo.
A lanciare l'allarme è Bankitalia, che nel rapporto sull'andamento congiunturale dell'economia siciliana, elaborato dalla sede di Palermo e presentato oggi alla stampa nel capoluogo siciliano, snocciola i numeri della crisi.
Nell'Isola gli occupati sono 1.341.000, con oltre 65mila persone espulse dal mercato del lavoro e una flessione dei livelli occupazionali che ha interessato tutti i settori.
Più colpiti i giovani, con un tasso di disoccupazione che nella fascia 15-24 anni ha raggiunto il livello record del 55,5 per cento.
In generale il tasso di occupazione è sceso di 1,7 punti percentuali, attestandosi al 39,8 percento e ''ampliando -spiegano da Bankitalia- il differenziale negativo con la media italiana (-15, 8 punti percentuali)''.
Nel primo semestre del 2013 il numero delle persone in cerca di occupazione è aumentato di oltre 20mila unità rispetto allo stesso periodo del 2012. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 21, 1 per cento, con un +1,7 per cento rispetto al primo semestre del 2012.
''Si tratta di cifre drammatiche - spiegano da Bankitalia - Nell'Isola il perdurare della crisi economica ha indebolito il tessuto produttivo. Il tasso di occupazione siciliano è uno dei peggiori in Italia al di sotto del 40 per cento''.
Anche il dato sulla cassa integrazione, che evidenzia un minore ricorso (-11,6 per cento) delle aziende a questo strumento nei primi nove mesi dell'anno, non è da leggersi in positivo.
''Se si riduce - spiega Giuseppe Ciaccio, titolare della divisione Analisi e ricerca della sede della Banca d'Italia di Palermo - non sempre significa che l'economia si sta riprendendo, talvolta la contrazione è determinata dalla scadenza dei termini per utilizzarla".
Insomma il calo potrebbe anche indicare aziende che dopo avervi fatto ricorso hanno chiuso o hanno fatto ricorso ad altri strumenti come la mobilità.