Province siciliane sul piede di guerra. All'indomani del via libera da parte dell'Assemblea regionale siciliana al ddl che ne prevede l'eliminazione, l'Urps (Unione regionale province siciliane) annuncia la presentazione di una memoria al commissario dello Stato, il prefetto Carmelo Aronica, per evidenziare "i profili di incostituzionalità del provvedimento".
"Chiederemo anche l'intervento del ministro per gli Affari regionali - annuncia Giovanni Avanti, presidente della Provincia di Palermo e presidente dell'Urps - perchè se non siamo nella Repubblica delle banane la Costituzione fa rispettata anche qui in Sicilia".
In particolare, l'Urps punta il dito sul riconoscimento di un livello di governo di area vasta per l'esercizio delle funzioni che non possono essere svolte dai singoli comuni a cui fa da contraltare l'abolizione dell'''unico ente previsto in Costituzione per svolgere tali funzioni''.
''L'articolo 114 della nostra Carta costituzionale - spiega Avanti - qualifica questi enti come elementi costitutivi della Repubblica e il riconoscimento delle autonomie locali (articolo 5) rientra tra i principi fondamentali della Costituzione".
Insomma, assicura il presidente dell'Urps, ''rientra nelle competenze della Regione siciliana l'istituzione di nuove Province, sempre che i territori di riferimento soddisfino i requisiti richiesti dalla legge, ma certamente non spetta al legislatore regionale la soppressione tout court dell'Ente perchè si porrebbe in contrasto con i limiti derivanti dalla Costituzione e dai principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica".
Secondo Avanti, inoltre, il governatore siciliano "Crocetta continua a sbandierare numeri a casaccio. Ha dichiarato un risparmio di 100 milioni, ma i servizi forniti dalle province hanno comunque un costo. Siamo davanti ad un vero salto nel buio che rischia di gettare nel caos l'intero sistema degli Enti locali. Il dramma vero - conclude - è che chi ha messo mano alla riforma non conosce i problemi del territorio e non si è confrontato con gli amministratori locali, avendo al contrario la presunzione di pontificare con proclami truffa, ipocriti e demagogici".
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