In Sicilia sono quattro i principali settori di mercato: Informatica e telecomunicazioni (ICT), Manifatturiero, Edile e Turismo, che sono monitorati dai due organi di competenza Srm - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno - e Obi - Osservatorio Regionale Banche, Imprese di Economia e Finanza. Secondo l'ultimo rapporto elaborato per monitorare la capacità produttiva e lo sviluppo del mercato e delle imprese, si è registrato un andamento negativo della Sicilia rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. La crisi e il ribasso dei fatturati hanno determinato un'eccedenza della produzione soprattutto nel settore edile, il comparto che ha sofferto di più. Ormai dal 2008, la produzione supera di gran lunga i consumi cosicché le aziende si trovano a sotto utilizzare gli impianti per fronteggiare il mercato.Discorso a parte per il comparto turistico che ha registrato invece un aumento della domanda con il conseguente incrementodella capacità produttiva.In uno scenario così desolante, inutile dire che le imprese sono scoraggiate ad investire se non nell'immediato e urgente intervento che possa permettere di "galleggiare". Si sceglie pertanto, di intervenire cercando di ammortizzare al massimo i costi e gli investimenti in opere di assoluta necessità.Di parere contrario agli imprenditori, sono proprio i tecnici, che hanno stilato il rapporto "Impresa e sviluppo", secondo i quali investire sarebbe l'unica strategia per uscire dalla crisi e stare al passo con la concorrenza nel ungo periodo. Di fronte a questa stagnazione, le imprese non hanno potuto fare a meno di rivedere i loro organici e limitare le assunzioni al massimo mantenendo, ove possibile, gli occupati e licenziando dove è invece necessario, gli esuberi.Secondo il Rapporto, che trova conferma nei dati della Banca d'Italia, il numero di disoccupati in Sicilia è maggiore rispetto a tutte le altre Regioni del Mezzogiorno. La percentuale più alta, -9,5%, si riscontra sempre nel settore delle costruzioni; a rimetterci sono sempre le fasce più deboli, impiegati e operai.L'unica a distinguersi per ampliamento di organico rispetto ai licenziamenti, è la provincia di Messina. Sul fronte degli investimenti invece, alimentari, tabacco e petrolchimico hanno risentito meno della contrazione dei consumi. Maglia nera, anzi nerissima, al tessile e al conciario. I dati sulla Sicilia fanno riflettere, poichè diventano ancor più rilevanti se si confrontano con quelli di altre regioni d'Italia. Il declassamento, se visto sotto la giusta ottica, dovrebbe diventare uno sprone per ulteriori e più efficaci investimenti.
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