Per mesi avrebbero costretto un commerciante a pagare loro il ''pizzo'', ma sono stati scoperti e arrestati. Succede a Palermo, dove i Carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi di Benedetto Marciante di 61 anni e Gianfranco Cuntrera di 45. I due soggetti erano stati già tratti in arresto in flagranza di reato dai militari del Nucleo Investigativo nell'aprile dell'anno scorso assieme ad altri due uomini, Francesco e Michele Lo Valvo ritenuti responsabili dei medesimi reati contestati a Marciante e Cuntrera sorpresi mentre ritiravano una busta contenente 18.000 € consegnata dal titolare di alcuni esercizi commerciali del capoluogo a titolo di estorsione.
L'attività, all'epoca coordinata dal Proc. Agg. Antonio Ingroiae dal Sost. Proc. Sergio Barbiera, è parte integrante di una più ampia manovra investigativa che aveva tratto origine dalle denunce presentate da due imprenditori palermitani, i quali erano sottoposti alla stringente pressione estorsiva. In particolare il Marciante, dopo aver manifestato con palesi atti intimidatori la volontà di appropriarsi illecitamente di una tabaccheria nei pressi del mercato
ortofrutticolo di Palermo nella proprietà dei denuncianti, aveva preteso dalle vittime una somma di 38.000 € che, attraverso la mediazione anche dei Lo Valvo, era diminuita a 28.000 €.
Dopo il primo arresto però tutti e quattro gli indagati erano stati rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame ed ora, a seguito di una nuova richiesta del Pm e del Gip presso il Tribunale di Palermo ha ritenuto di accogliere le richieste formulate, disponendo il nuovo arresto dei due uomini, ed il sequestro preventivo del capitale sociale e del complesso dei beni aziendali di due ditte operanti nel settore della distribuzione alimentare, la società "DETERGROUP SRL" con sede a Carini in via Ravenna e l'azienda "GIGLIO ANDREA E FILIPPONE MARIA SNC" in via Montalbo a Palermo, nonché di un capannone industriale ubicato a Palermo, in via de Cervantes 8.
Tali beni, del valore complessivo di circa 2 milioni di euro, sono riconducibili all'attività illecita posta in essere, al fine di avvantaggiare l'organizzazione mafiosa "Cosa Nostra".
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