News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
  • PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La brioche con il gelato come un simbolo dei proficui scambi tra l’Italia, e in particolare la Sicilia, e la Francia, un’invenzione francese ed una siciliana che insieme hanno dato vita ad un capolavoro. Lo ha ricordato Jacopo Albergoni, il nuovo console generale d’Italia a Parigi, nominato lo scorso settembre, aprendo […]

  • MESSINA (ITALPRESS) – A Messina, i Carabinieri del NAS di Catania e della Compagnia Messina Centro hanno eseguito il decreto di sequestro, emesso dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta conforme della locale Procura della Repubblica, di due sale operatorie del Reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale “Papardo”.Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti condotti, su delega dell’Autorità […]

  • PALERMO (ITALPRESS) – Con l’arrivo del decreto del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ratifica la nomina in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, diventa operativa la nomina del maestro Marco Betta a Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo per i prossimi cinque anni.“Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al Sindaco Roberto […]

Il sangue di Piersanti Mattarella e il mancato rinnovamento della politica in Sicilia

 

Il 6 gennaio del 1980 veniva ucciso a Palermo Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana ed esponente di spicco della Democrazia Cristiana. Avevo 22 anni, ero a pranzo con la mia famiglia quando fu dato il terribile annuncio dal telegiornale. Non ne sapevo molto di politica allora, ma mi bastò notare l'improvviso pallore sul volto di mio padre, che in quel momento prestava servizio proprio nell'Ufficio Ispettivo della Presidenza della Regione, istituito da Mattarella, per comprendere che era accaduto qualcosa di molto grave. Quell'omicidio, più di altri, segnò una pietra miliare e una battuta d'arresto nel processo di rinnovamento della politica e della pubblica amministrazione avviato coraggiosamente da Piersanti. Un giallo? Si, ancora non sappiamo con certezza chi siano stati gli autori materiali dell'omicidio e, soprattutto, i mandanti. Si tentò di imbastire una pista terroristica, neo fascista, ma fu subito chiaro, se non processualmente, politicamente, che dietro l'uccisione di Mattarella c'era un groviglio d'interessi tra loro convergenti che vedevano mafia e politica andare a braccetto. La Cupola di Cosa Nostra, Riina, Provenzano, Greco, Brusca ed altri, fu condannata con diversi ergastoli inflitti ai suoi componenti ma mai furono provate in sede giudiziaria le sicure interconnessioni con la figura e il ruolo del democristiano Vito Ciancimino, uomo d'onore, e con la corrente andreottiana del tempo. Parecchi pentiti, però, rivelarono nei processi molti particolari a conferma di tali scellerati legami. Mattarella stava imprimendo una svolta epocale in Sicilia, terra in cui gran parte della Dc aveva collegamenti con la mafia, vecchia e nuova. Sua la legge sugli appalti per rendere le gare più trasparenti, sua l'istituzione, sopra ricordata, dell'Ufficio Ispettivo della Regione che rispondeva direttamente a lui della sua attività, sua la legge sulla riorganizzazione della macchina regionale, quando ancora era un semplice assessore, la migliore in assoluto, purtroppo superata da altre pasticciate e contraddittorie, fino ad oggi. La sua azione di rigore cozzava troppo con la necessità della mafia di conservare lo strapotere, ad ogni costo e con ogni mezzo, sul territorio e sulla spesa pubblica e con le convenienze elettorali di settori importanti della Dc che con la mafia faceva affari e scambiava favori. Straordinaria la sintonia con l'azione moralizzatrice del comunista Pio La Torre, in tempo di Guerra Fredda, non a caso anche lui vittima della violenza mafiosa. Oggi possiamo dire che l'eredità di Piersanti Mattarella è tutta lì, come pure quella di Pio La Torre. Negli anni che seguirono quegli omicidi la Sicilia non ha visto un vero riscatto, sociale, etico ed economico. Anzi, fa impressione il fatto che abbiamo avuto suoi successori a Palazzo d'Orleans indagati e condannati per reati di mafia. Possiamo ricordare soltanto la bellissima stagione della "Primavera di Palermo" che ebbe in Leoluca Orlando, che fu allievo e consigliere giuridico di Mattarella, il suo più alto simbolo. Troppo poco. Quel sangue innocente non è stato mai veramente onorato da chi avrebbe dovuto, sia nella Dc sia nel Pci, e negli altri partiti della prima repubblica, stringere in mano la staffetta del cambiamento consegnata dai due eroi della nostra martoriata terra che tanto altro sangue, versato per mano mafiosa, ha dovuto assorbire. La cultura cattolico democratica rappresentata da Mattarella e quella socialista riformista rappresentata da La Torre attendono ancora, negli alti scranni delle istituzioni regionali, uguali imponenti espressioni.

Pippo Russo