"È iniziata una nuova epoca per tutte le istituzioni e per le politica". Giovanni Ardizzone sa di essere stato eletto alla presidenza dell'Ars in una delicata fase di passaggio, a cavallo tra il dominio della "casta" e la "spending review", per questo si fa espressione della nuova aria che tira dentro e all'esterno delle stanze del potere, dove bisogna "recuperare credibilità".
Già subito dopo essersi seduto sulla poltrona più alta di Sala d'Ercole Ardizzone si era intestato la crociata contro gli sprechi all'interno di Palazzo dei Normanni, per ribadire il suo impegno oggi durante il rituale incontro di fine anno con la stampa.
Il presidente dell'Assemblea siciliana inizia dai costi del personale, che saranno ritoccati al ribasso, prima tranquillizzando i dipendenti Ars con l'assicurazione che non verranno toccati gli stipendi tabellari" ma che ad essere tagliate saranno le "indennità di funzione", con in più "un'ulteriore riduzione del 15 per cento di tutti i costi relativi al personale".
La legislatura è iniziata in modo movimentato, soprattutto quando c'è stato da eleggere i vicepresidenti d'aula e la composizione delle commissioni permanenti, senza dimenticare che pure arrivare al nome dello stesso Ardizzone ha messo a dura prova la tenuta della maggioranza su cui dovrebbe contare la giunta Crocetta. Con tutto ciò il deputato eletto nelle fila Udc non può che fare i conti: "In aula non abbiamo una maggioranza, abbiamo tre minoranze e occorre avere da parte di tutti la consapevolezza della gravità dei problemi - ammette Ardizzone - Bisogna votare singoli provvedimenti altrimenti non faremo lunga strada". Tutti avvertiti, ci sarà da navigare a vista.
E fuori il Palazzo? "Se i primi comuni vanno in default, si scatenerà un effetto domino che coinvolgerà anche la Regione". Ardizzone fa suonare il campanello d'allarme sulla congiuntura che attanaglia l'Isola, dalla quale, sempre secondo il presidente dell'Ars, non si uscirà facendo "purtroppo delle scelte impopolari".