Tra i pochi ricordi che mi rimangono del mio percorso universitario... mi è sempre rimasta impressa nella mente una distinzione terminologica non di poco conto. Credo la materia fosse economia d'azienda 1. La distinzione in questione riguardava la definizione di Imprenditore, in dicotomia con quella di speculatore. Distinzione ormai del tutto persa nel nostro costume sociale: " l'imprenditore è colui che vuole costruire qualcosa, una struttura produttiva che viva indipendentemente da se stesso. Creare qualcosa che produca occupazione ed utili, produttività in senso lato, coltivando il proprio ego imprenditoriale nella solidità, durevolezza e correttezza verso i propri collaboratori". Lo speculatore e colui che fa fede solo al profitto, al denaro,all'arricchimento personale tradendo tutto ciò che presuppone il vero senso di fare impresa.
Per questa ragione in questa mia riflessione, sul caso del palermitano Salvo Castagna non userò la parola imprenditore...
Da un indagine della Procura di Palermo, partita nel 2010, congiuntamente con l'Inps, oggi crolla "l'impero" del noto Speculatore Salvo Castagna. Le sue note società Italiacom srl, ItaliaCom Net, ItaliacomTv e la Holaphone srl sono state tutte sequestrate cautelativamente dagli agenti della guardia di finanza. Oltre a ciò anche sotto sequestro conti correnti, apparati informatici, orologi Rolex, nove mezzi di trasporto tra cui, ovviamente, una Ferrari con targa sanmarinese.
I capi d'accusa sono tanti quanto scontati, evasione fiscale, truffa, lavoro in nero ecc. ecc. Le indagini sono dirette dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal pm Claudia Ferrari. Da i primi accertamenti un dato salta subito agli occhi: Ben 218 lavoratori completamente in nero...attraverso "contratti di collaborazione autonoma occasionale" risultati essere fittizi. Fatto che emerge attraverso le dichiarazioni rese dagli stessi lavoratori,dalle quali si evince un vero e proprio vincolo di subordinazione tipico del lavoro dipendente. Non migliore la situazione sul fronte delle movimentazioni bancarie, in cui è emerso che ingenti somme prelevate dai conti correnti delle società, non servivano "a Fare Crescere l' Impresa" ma ad acquistare auto di lusso, come Ferrari, BMW, Audi ed insieme ad esse orologi, viaggi, feste, e tutto ciò che potrebbe rientrale nella terribile definizione di "bella vita, facile e a scapito di fornitori e dipendenti.
In definitiva, il risultato di tutto ciò è che la società è risultata avere omesso versamenti alle casse dell'Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 732 mila euro. Inoltre è stato scoperto che due delle tre società hanno indebitamente prelevato dalle carte di credito di oltre mille clienti circa 491 euro pro – capite, giustificando questi movimenti come "adeguamento contrattuale una tantum"
La ciliegina sopra la torta acclara anche un indebitamento pari a circa 10 milioni di euro, fatto che ha portato alla dichiarazione immediata di fallimento.
Un quadro chiaro e in pieno stile, speculativo Italiano, è proprio il caso Che Castagna... è stato preso con le Castagne sul fuoco.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con il fare l'imprenditore.